Gli amministratori delegati italiani i più ottimisti sulla crescita globale
Gli amministratori delegati raccontano «un panorama complesso per le aziende e le sfide che le attendono, caratterizzato da un equilibrio tra ottimismo e realismo. Per crescere, è fondamentale che i leader agiscano ora, prendendo decisioni coraggiose su strategie che coinvolgono persone, catena di fornitura e modelli di business», dice Andrea Toselli, presidente e lui stesso amministratore delegato di PwC Italia, mentre passa in rassegna i risultati della 28esima Annual Global CEO Survey della multinazionale della consulenza che è stata presentata al World economic forum a Davos dal nuovo PwC Global Chairman Mohamed Kande. Le interviste hanno coinvolto 4.701 ceo (in 109 Paesi e territori), di cui 122 italiani.
Il diffuso ottimismo dei ceo italiani
Cominciando proprio da questi ultimi, c’è un ottimismo abbastanza diffuso e crescente rispetto al passato, tant’è che il 64% prevede che la crescita economica mondiale aumenterà nei prossimi 12 mesi: è una percentuale in aumento rispetto al 43% del 2024 e al 27% di due anni fa. Anche il dato globale è in crescita, con il 58% dei ceo ottimisti, in aumento dal 38% dell’anno scorso e dal 18% di due anni fa.
Quando si chiede ai top manager di guardare al proprio Paese la fiducia nella crescita è però meno forte: prendendo l’Italia è prospettata solo dal 43% degli intervistati. E’ un dato più positivo di quello registrato in Germania, dove solo il 16% degli intervistati ha espresso fiducia per la crescita economica del paese, e in Francia (24%). I più positivi sono i ceo di Regno Unito (61%), Spagna (72%), e Stati Uniti (66%). Quanto alla propria azienda in Italia il fatturato è previsto in crescita dal 64% degli amministratori delegati parlando dei prossimi 12 mesi e dall’80% parlando di una prospettiva di tre anni: è una percentuale più bassa di quella globale che è del 74% nel primo caso e dell’84% nel secondo.
La crescita dell’occupazione
La fiducia nella crescita economica si traduce anche in quella verso l’aumento dell’occupazione di cui in Italia parla il 45% dei ceo, una percentuale più alta rispetto al 42% globale. Guardando l’altro lato della medaglia, sono solo il 9% i manager che invece hanno in mente tagli: una percentuale più bassa del 17% globale.
Gli aspetti di vantaggio competitivo e le competenze
Secondo la survey di Pwc gli aspetti di maggior vantaggio competitivo sono la cultura organizzativa flessibile, aperta e orientata al cambiamento (58%), la proattività verso la ricerca e l’innovazione (55%) e l’abilità nel promuovere il marchio aziendale (44%). I ceo dichiarano, invece, uno svantaggio sulla tassazione (46%), sulla trasformazione digitale all’interno dell’azienda e sulla capacità di entrare in nuovi mercati. Il cambiamento, però, non può avvenire senza le competenze necessarie. Al primo posto tra le minacce individuate per il prossimo anno, oltre un terzo dei manager (35%) indica proprio la mancanza di competenze chiave del personale, contro il 23% globale. Questo tema, nel nostro Paese è talmente sentito da preoccupare più della volatilità macroeconomica e dell’inflazione e riguarda soprattutto l’intelligenza artificiale e la cybersecurity.
Fonte: Il Sole 24 Ore