Gli Stati europei in ritirata dalle banche: nel 2024 cessioni per 15 miliardi

Approfittando delle quotazioni di Borsa record del settore bancario, gli Stati europei accelerano i collocamenti di tranche azionarie degli istituti ancora in mano pubblica. L’ultimo annuncio è quello arrivato ieri dal Governo olandese, che attraverso il braccio finanziario Nlfi ha messo in vendita poco più del 10% del capitale della banca Abn Amro, puntando a ridurre la quota pubblica dall’attuale 40,5% al 30% circa. E per farlo ha dato alla banca d’affari Barclays il mandato ufficiale di organizzare un piano di vendita di azioni sul mercato «che diventerà operativo già nei prossimi giorni».

L’incasso stimato dagli analisti per la cessione del 10,5%, anche ipotizzando uno sconto rispetto al prezzo di mercato, dovrebbe superare 1,2 miliardi di euro considerando che la capitalizzazione di Borsa del 100% di Abn Amro era ieri di circa 13 miliardi.

Pur rimanendo (per ora) sotto il controllo pubblico, la banca olandese ritrova piena autonomia operativa poiché, con la discesa di Nlfi sotto un terzo del capitale, le parti hanno annunciato che verrà meno l’obbligo per la banca di informare preventivamente il braccio finanziario statale di qualunque investimento o disinvestimento superiore ai 50 milioni di euro.

Il dossier Monte Paschi

La cessione di una analoga quota del 10% entro fine anno è anche nei programmi del Governo italiano relativamente a Mps, dopo l’altro collocamento del 2024, che aveva riguardato il 12,5% del capitale con un incasso di circa 650 milioni. Considerato che oggi il 100% del Monte Paschi di Siena vale in Borsa 6,6 miliardi, lo Stato italiano potrebbe incassare una somma simile a quella della precedente tranche.

Sommando le vendite programmate da Italia e Olanda, nelle prossime settimane le cessioni di partecipazioni bancarie da parte degli Stati europei dovrebbe ammontare a circa 2 miliardi di euro. Portando a 15 miliardi – dai 13 miliardi effettuati finora secondo la banca dati di Bloomberg – l’incasso realizzato da vari Paesi europei nel 2024 attraverso la vendita di partecipazioni nelle banche.

Fonte: Il Sole 24 Ore