Google lancia l’app di Gemini per iPhone. Tutto quello che c’è da sapere
«Oggi lanciamo l’app di Gemini per iPhone, disponibile negli App Store in tutto il mondo. A partire da ora, è possibile accedere facilmente all’assistente AI personale di Google direttamente dal vostro iPhone, senza costi aggiuntivi» scrive Brian Marquardt, Director of Product Management di Gemini Experiences, in un post pubblicato su blog di Google per annunciare il nuovo lancio dedicato agli utenti Apple.
Infatti, dopo il debutto dei Gem personalizzati annunciato lo scorso agosto, ora anche gli utenti iPhone possono scoprire e sfruttare le potenzialità del chatbot di Google attraverso un’app dedicata che propone un’interfaccia migliorata e offre l’accesso semplificato a strumenti progettati per potenziare apprendimento, creatività e produttività.
Dalla scrittura di un messaggio di posta elettronica alla generazione di immagini straordinarie partendo da un solo comando di testo o vocale, la nuova app consente agli utenti iOS di parlare con Gemini Live in modo conversazionale e fluido ponendo domande, facendo una sessione di brainstorming e, perché no, dando vita a nuove idee creative o rendendo più profittevoli i momenti di studio: il chatbot sviluppato da Google, infatti, semplifica l’apprendimento poiché permette di creare piani di studio personalizzati e fare domande su qualsiasi argomento, ottenere guide passo passo per svolgere determinate attività o testare l’apprendimento attraverso dei quiz, ad esempio, allegando un diagramma complesso e chiedendo di generare domande di verifica partendo da esso.
Grazie al modello Imagen 3 inoltre, può trasformare un testo in immagini AI che siano da condividere in chat con gli amici o da inserire in un progetto di lavoro: dall’ippopotamo astronauta alle unghie a forma di mandorla a tema galassia, può generare immagini dai dettagli incredibili in una manciata di secondi.
Infine, si integra perfettamente con le app di Google come Gmail, Google Maps e YouTube per trovare e mostrare informazioni rilevanti all’interno di una singola chat.
Fonte: Il Sole 24 Ore