Gp d’Italia, patrimonio da tutelare per la storia e 120 milioni di indotto.
Salvare il Gp di Monza e rilanciarlo significa assicurare al territorio brianzolo, e non solo, un indotto pari a circa 120 milioni all’anno. Per questo l’Aci presieduta da Angelo Sticchi Damiani ha tenuto duro in questi due anni di pandemia, ma invoca adesso il sostegno del consorzio proprietario del circuito – regione Lombardia, Provincia e Comune di Milano – per vincere la sfida del futuro, ammodernando finalmente un impianto che il prossimo anno celebrerà il Centenario. Un impianto che va messo economicamente in sicurezza affinché se ne possa programmare l’ulteriore e duraturo sviluppo.
«Monza è parte integrante del made in Italy e dello sport italiano – sottolinea il numero uno dell’Aci -. Non caso prima della corsa festeggeremo i medagliati di Tokyo, che saranno presenti sul circuito insieme al presidente del Coni Giovanni Malagò, e la Nazionale di calcio campione d’Europa, rappresentata dal presidente federale Gabriele Gravina e dal ct Roberto Mancini. Tuttavia come tutti i monumenti, anche il Gp d’Italia va curato per garantirne un sostenibile futuro. Cosa che oggi non è».
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L’Aci non può investire nell’impianto non essendo di sua proprietà ma i tempi stringono e i 100 milioni necessari per i lavori (ma con l’aumento dei prezzi delle materie prime i costi potrebbero essere più alti di un 15-20%) al momento non sono disponibili. «La progettazione è avanzata – spiega ancora Sticchi Damiani – ma per avere almeno una parte delle strutture rinnovate la prossima riapertura dell’autodromo, i bandi vanno fatti entro la fine dell’anno. Gli interventi da fare sono tanti sia per ripristinare alcune aree e migliorarle, come per i sottopassaggi o per la copertura delle tribune, sia per incrementare la dotazione tecnologica. Uno dei miei obiettivi è quello di ridare vita all’anello dell’Altà velocità, un simbolo del circuito, le cui curve sopraelevate sono oggi impraticabili. È uno spazio dal fascino unico che potrebbe essere usato anche per presentazioni di modelli o altre tipologie di manifestazioni».
Non solo sport
Il Gp d’Italia potrebbe e dovrebbe essere un “ponte” per connettere l’Italia sportiva e non solo, collegando l’evento, come già fatto in passato, con la contestuale Mostra del Cinema di Venezia, o con Torino e il suo Museo dell’Automobile. «Perchè no? In quest’ottica – aggiunge Sticchi Damiani – il Gp di Monza tra cinque anni potrebbe fare da volano alla stagione che condurrà ai Giochi Olimpici di Milano-Cortina».
Se questo è il futuro da salvaguardare, nel difficili mesi della pandemia l’Aci, con il supporto degli enti territoriali e in particolare della Regione Lombardia che ha offerto un sostengo di 5 milioni all’anno, ha difeso a spada tratta le gare sul circuito monzese. «Lo scorso anno – rivendica infatti il presidente dell’Aci – senza i ricavi del botteghino e degli sponsor locali, abbiamo garantito cinque corse mondiali, tra Formula 1 e rally. Quest’anno siamo già a tre e a novembre potrebbe aggiungersi un’altra tappa del mondiale rally. Nel 2021 però, a differenza del 2020, abbiamo dovuto pagare i 20 milioni di dollari alla Fia e in assenza anche di un title sponsor, nonostante la visibilità mediatica, il problema della sostenibilità diventa impellente».
Fonte: Il Sole 24 Ore