Gran Bretagna, via a nuove regole per attirare le quotazioni

La competizione tra listini si gioca anche sul campo delle regole. Soprattutto quando le Ipo latitano, come è avvenuto negli ultimi anni. L’ultima mossa l’ha fatta l’Fca, l’Autority di mercato britannica, che, dopo la Brexit, ha bisogno di recuperare centralità per la piazza finanziaria londinese.

L’obiettivo

Proprio giovedì l’Fca ha annunciato nuove regole, in vigore a partire dal 29 luglio, che mirano, attraverso una procedura semplificata, ad attirare nuove quotazioni alla Borsa di Londra da parte in particolare delle imprese più innovative. Le nuove regole permetteranno alle società di portare avanti un più ampio raggio di iniziative, senza doverle sottoporre necessariamente all’approvazione dell’assemblea degli azionisti. E renderanno più facile l’adozione di una doppia categoria di azioni con poteri differenti per permettere agli imprenditori o agli investitori al primo stadio di sviluppo della società di conservare una maggior presa nella gestione anche dopo la quotazione in Borsa. Questo, in particolare, per cercare di contrastare la fuga delle matricole tecnologiche, come era successo con Arm Holdings, sede a Cambridge, che aveva optato per il Nasdaq, suscitando un ampio dibattito in Gran Bretagna sull’opportunità di correre ai ripari.

Cosa cambia

«È il più grande cambiamento nelle regole di listing da oltre trent’anni», ha sottolineato la Financial Conduct Authority nell’annunciare le novità. È la stessa Fca a spiegare che le nuove regole rimuovono la necessità di ricevere l’approvazione degli azionisti per operazioni rilevanti o con parti correlate e offrono maggior flessibilità sui diritti di voto potenziati. Resterà però l’obbligo di passare dall’assemblea per eventi-chiave quali i reverse takeover o i programmi di delisting.

«Un mercato dei capitali vitale è essenziale per indirizzare gli investimenti verso le società in crescita e al contempo per garantire ritorni e varietà di scelta agli investitori», ha sottolineato l’Fca che ritiene la mossa funzionale ad «allineare le regole britanniche agli standard di mercato internazionali, assicurando inoltre che gli investitori abbiano a disposizione le informazioni di cui hanno bisogno per effettuare le loro scelte di investimento». L’Authority è peraltro conscia del fatto che questa decisione non piacerà a tutti i partecipanti del mercato. Alcuni fondi infatti hanno già sollevato obiezioni sostenendo che così si minano in realtà le basi della protezione degli azionisti.

Fermare la fuga

Non far nulla però non era un’opzione. Il numero delle nuove quotazioni a Londra è infatti calato del 40% dal massimo del 2008 e la Borsa della City tra il 2015 e il 2020, secondo Uk listing review, ha ospitato solo il 5% delle Ipo che ci sono state a livello globale. Un quadro allarmante per l’ex regina delle Borse mondiali che ha spinto le autorità a intervenire: la riscrittura delle regole del listing è solo un primo passo.

Fonte: Il Sole 24 Ore