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Green Deal, caccia a soluzioni pragmatiche per competitività e sostenibilità
Il cammino del Green Deal verso una sostenibilità “made in Europe” procede su un terreno ancora accidentato, ma avanza. Le critiche alla sua eccessiva regolamentazione e il ritorno di misure protezionistiche stanno sollevando l’attenzione sul delicato equilibrio fra libertà d’impresa, regolamentazione e investimenti.
Le forze in gioco sono molteplici
La politica energetica e la diversificazione delle fonti di approvvigionamento restano una priorità per l’economia europea, come ha evidenziato la crisi Russo-Ucraina, riaffermando il ruolo del gas naturale come risorsa strategica. Invece, dall’altra parte dell’Atlantico il percorso della decarbonizzazione subisce un’improvvisa battuta d’arresto: l’uscita dall’Accordo di Parigi, il ripensamento delle sei maggiori banche statunitensi e di BlackRock sugli impegni Net Zero e la crescente percezione degli Esg Investment come parte del cosiddetto woke capitalism stanno ridisegnando le priorità di Wall Street.
In Europa, lo stesso Green deal è al centro di una intensa riflessione, anche alla luce della sua attuazione disomogenea. Basti pensare che 17 Stati membri su 27 sono stati oggetto di procedure di infrazione per non aver recepito la Csrd nei tempi previsti. Le imprese dovranno davvero scegliere fra sostenibilità e competitività?
La posizione della Commissione Europea
In questo scenario, la Commissione Europea, con la Competitiveness Compass, prende posizione, proponendo alle imprese una visione strategica che integrisostenibilità, competitività e, dunque, crescita nel lungo periodo, senza rinunciare all’obiettivo di divenire il primo continente climate-neutral entro il 2050.
L’obiettivo di coniugare competitività e decarbonizzazione è demandato al Clean Industrial Act in calendario per il primo quadrimestre del 2025. La parola d’ordine è semplificazione, anziché deregolamentazione, ed è demandata a tre pacchetti Omnibus che porteranno a un risparmio stimato del 25-35% dei costi amministrativi per le piccole e medie imprese. Il primo pacchetto è in agenda il 26 febbraio e andrà a semplificare la disciplina sulla sostenibilità, in particolare la Tassonomia Ue, la Csrd e la Cs3d.
Fonte: Il Sole 24 Ore