Green Pass, ok Parlamento europeo a proroga di un anno: ma aumentano gli Stati che non lo chiedono più
Il 4 maggio il Parlamento europeo ha dato il via libera all’estensione della validità del certificato digitale Covid Ue per un altro anno, fino a giugno 2023. Per il via libera definitivo servirà ora l’accordo con il Consiglio Ue, ossia con i governi. I negoziati prenderanno il via subito per far sì che le regole entrino in vigore prima della scadenza dell’attuale regime prevista per il 30 giugno.
L’impatto della proroga
Va precisato però che la proroga della validità del certificato digitale Covid Ue sarà solo “teorica”, senza impatto sulle decisioni degli Stati membri, ognuno dei quali resta sovrano in materia sanitaria. Il certificato digitale COVID dell’Ue è stato adottato infatti nel giugno 2021, per un periodo di 12 mesi, per facilitare la libera circolazione in Europa durante la pandemia, in quanto si tratta di un certificato in formato digitale e/o cartaceo con codice QR valido in tutti i paesi dell’Ue.
Le regole in Italia
Ma le regole cambiano a seconda dei Paesi di destinazione. Oggi il «certificato verde» che accerta la vaccinazione, la guarigione o il tampone nagativo (antigenico/molecolare) continua a essere necessario per l’ingresso solo in alcuni Paesi dell’Ue (ad esempio Germania, Francia, Austria, Spagna, Portogallo), compresa l’Italia dove 28 aprile il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato un’ordinanza che proroga al 31 maggio le attuali misure per gli arrivi dall’estero, sicché i turisti stranieri e gli italiani che ritornano a casa devono continuare a esibire il pass da vaccinazione o guarigione. O in alternativa un tampone.
I Paesi che non richiedono più il certificato
Ma la maggioranza dei Paesi Ue ha ormai eliminato le restrizioni anti-Covid. Per entrare in Danimarca, Norvegia, Svezia, Irlanda, Croazia, Slovenia, Grecia, Paesi Bassi, Repubblica Ceca, Slovacchia, Romania, Bulgaria, Estonia, Lettonia, Lituania, Islanda, Svizzera, Lussemburgo i viaggiatori non sono tenuti a fornire più prova della vaccinazione, della guarigione dal Covid o un test negativo.
Revisione dopo sei mesi
Non a caso i deputati di Strasburgo vogliono che il periodo di applicazione del certificato sia il più breve possibile e chiedono alla Commissione di valutare, dopo sei mesi dalla proroga annuale attualmente prevista, l’utilità e la conformità del certificato e la sua revoca non appena la situazione epidemiologica lo permetterà.
Fonte: Il Sole 24 Ore