GreenItaly, ecco perché le imprese green affrontano meglio le crisi: transizione verde e decarbonizzazione fattori di competitività

Le imprese green affrontano meglio le crisi. Nel quinquennio 2019-2023, sono state 571.040 le imprese che hanno effettuato eco-investimenti pari al 38,6% del totale. Dunque più di 1 su 3. Sul fronte del lavoro alla fine dello scorso anno le figure professionali legate alla green economy rappresentavano il 13,4% degli occupati totali, 3.163 mila unità. Dai emersi dalla quindicesima edizione del Rapporto GreenItaly, realizzato dalla Fondazione Symbola, Unioncamere e dal Centro Studi Tagliacarne con il patrocinio del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica. Al rapporto, presentato a Roma, hanno collaborato Conai, Novamont, Ecopneus, Enel e molte organizzazioni e oltre 40 esperti.

Contratti green per logistica, progettazione e sviluppo e aree tecniche

Nel 2023 i nuovi contratti attivati di queste figure sono stati pari a 1.918.610, il 34,8% dei contratti totali previsti nell’anno (circa 5,5 mln), con un incremento di 102.4490 unità rispetto alla precedente rilevazione. Tra le aree aziendali più interessate sul totale delle attivazioni troviamo le aree della logistica (incidenza 88,8%), della progettazione e sviluppo (86,7%) e le aree tecniche (80,2%). Fra le richieste di competenze e cultura green nel 2023 – su un totale di quasi 5,5 milioni di contratti previsti nel mercato del lavoro – questa conoscenza è stata ritenuta necessaria nel 79,4% dei casi.

Italia leader nel riciclo di rifiuti urbani

L’Italia si conferma leader sul fronte del recupero di materia, un campo in cui il Paese, povero di materie prime, da tempo primeggia. Secondo Eurostat, la capacità nell’avvio a riciclo dei rifiuti totali (urbani e speciali) in Italia ha raggiunto il 91,6% (2022), un tasso di gran lunga superiore alle altri grandi economie europee, Germania (75,3%), Francia (79,9%) e Spagna (73,4%), e alla media Ue-27 (57,9%).

Fra le filiere virtuose carta, vetro e acciaio

Con un tasso di riciclo effettivo al 75,3%, l’Italia si conferma leader del riciclo in Europa per i rifiuti di imballaggio, raggiungendo in anticipo gli obiettivi fissati dalla normativa. Tra le filiere virtuose nel 2023, la carta (tasso di riciclo al 92,3%), il vetro (77,4%) e l’acciaio (87,8%). La filiera degli imballaggi in plastica e bioplastica, con il tasso di riciclo più basso tra i rifiuti (48%), è il settore con il più rapido tasso di crescita. Inoltre, con il riciclo organico della plastica biodegradabile e compostabile entrato a regime, sono state riciclate oltre 44 mila tonnellate. Anche nel comparto degli oli minerali usati, l’Italia si conferma eccellenza in Europa con l’98% (2023) del totale raccolto rigenerato in basi per lubrificanti, oli leggeri e altri prodotti petroliferi. Per quanto riguarda l’avvio a riciclo, di particolare

Realacci: transizione verde un’opportunità per rafforzare l’economia

«I dati del 15° Rapporto GreenItaly confermano la concretezza dell’invito del presidente Mattarella a Bonn e del report di Draghi a fare della transizione verde e della decarbonizzazione un importante fattore di competitività. C’è un’Italia che può essere protagonista con l’Europa alla Cop29 a Baku: fa della transizione verde un’opportunità per rafforzare – ha sottolineato il presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci presentando il report – l’economia e la società e coinvolge già oggi 2 imprese manifatturiere su 5. Nel Rapporto GreenItaly si coglie un’accelerazione verso un’economia più a misura d’uomo che punta sulla sostenibilità, sull’innovazione, sulle comunità e sui territori. Siamo una superpotenza europea dell’economia circolare e questo ci rende più competitivi e capaci di futuro. Possiamo dare forza a questa nostra economia e a questa idea di Italia grazie alle scelte coraggiose compiute dall’Unione Europea con il Next Generation Ue e al Pnrr». E questo nonostante la burocrazia. «La burocrazia inutile ostacola il cambiamento necessario, ma possiamo farcela se mobilitiamo le migliori energie del Paese senza lasciare indietro nessuno, senza lasciare solo nessuno, come recita il Manifesto di Assisi, promosso dalla Fondazione Symbola e dal Sacro Convento».

Fonte: Il Sole 24 Ore