Greenpeace vince la causa contro il governo olandese sugli allevamenti intensivi
Greenpeace Olanda ha vinto la causa intentata contro il governo dei Paesi Bassi per non aver preso misure adeguate a ridurre i livelli di azoto nell’ambiente, dovuti in gran parte agli allevamenti intensivi. La sentenza è arrivata il 22 gennaio e ha confermato che gli habitat naturali olandesi sono stati effettivamente deteriorati da questo tipo di inquinamento, e che la normativa di riferimento non è stata rispettata dai Paesi Bassi. Ora il governo olandese dovrà adottare misure efficaci per portare, entro il 2030, metà delle aree naturali sensibili all’azoto al di sotto delle soglie critiche stabilite.
Per rispettare la direttiva Nitrati, con cui la Ue intende limitare la contaminazione da azoto dei terreni, l’Olanda aveva anche ottenuto da Bruxelles l’ok a utilizzare i fondi pubblici per indennizzare gli allevatori che aderivano al piano di chiusura delle stalle. Nei progetti del governo dell’Aia c’era di chiudere circa 3mila allevamenti per dimezzare le emissioni di azoto entro il 2030, ma le intenzioni del governo non sono mai piaciute agli allevatori olandesi, che prima sono scesi in piazza e poi hanno fondato anche un partito, cresciuto fino a entrare a far parte dell’ultimo governo conservatore. Ora, con questa sentenza, il governo olandese dovrà dare una rapida risposta non solo per tutelare l’ambiente e i suoi cittadini, ma anche tutte quelle aziende agricole che devono essere incoraggiate e sostenute nella transizione ecologica.
«Ci auguriamo che la sentenza olandese suoni come un monito anche per il nostro governo – commenta Simona Savini di Greenpeace Italia – visto che l’Italia è sottoposta a una procedura di infrazione per il mancato rispetto della direttiva Nitrati, dovuta agli eccessivi carichi di azoto che contaminano alcuni territori italiani, provenienti principalmente dagli allevamenti intensivi». Il nostro Paese rischia di dover rispondere di fronte alla Corte di Giustizia europea e di dover pagare sanzioni «per non aver protetto adeguatamente le acque e la popolazione dall’inquinamento da nitrati provenienti da fonti agricole», come si legge nell’ultima lettera inviata all’Italia dalla Commissione Ue.
Fonte: Il Sole 24 Ore