Guercino: il Tar del Veneto sblocca l’uscita
Il mero cambio di attribuzione di un’opera d’arte non legittima il Ministero della Cultura ad annullare autorizzazioni per l’esportazione rilasciate da oltre 12 mesi.
Lo afferma la sentenza del Tar Veneto del 31 gennaio scorso che ha visto opposti, da una parte, l’attuale proprietario di un dipinto, olio su tela, di scena sacra, oggi attribuito interamente alla mano del Guercino, e, dall’altra, il Ministero della Cultura e la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio di Verona, Rovigo e Vicenza.
I fatti
In breve, l’opera denominato «San Francesco in estasi e l’angelo musicante» del XVII secolo, il 12 dicembre 2019 viene presentata fisicamente all’Ufficio esportazione di Verona per il rilascio di un attestato di libera circolazione con indicazione sul modello predisposto alla voce “autore o ambito culturale”: Bottega di Giovanni Barbieri detto Guercino. Così com’era stata acquistata in asta il 6 marzo 2019. A seguito della valutazione compiuta dal vero da una Commissione di esperti e previo anche approfondimento istruttorio, il 30 gennaio del 2020 viene autorizzata dall’Ufficio esportazione di Verona, con attestato di libera circolazione (n. 9848), a uscire dall’Italia con valore dichiarato e ritenuto congruo di 9.250 euro.
Dopo oltre tre anni, però, l’amministrazione ha annullato in autotutela (atto n. 6539 21 febbraio 2023) la precedente determinazione, sostenendo in particolare che, a seguito del restauro, erano emersi i valori artistici dell’opera che poteva essere considerata come opera autografa del Maestro emiliano e non, invece, della Bottega come dichiarato nell’istanza.
L’azione legale
Contro tale provvedimento il proprietario dell’opera è ricorso al Tar del Veneto che con la sentenza n. 182/2024, che rappresenta un innovativo ed importante precedente in materia, contesta l’operato dell’amministrazione, dando ragione al proprietario dell’opera, difeso dagli avvocati Francesco Emanuele Salamone, Daniele Rosato e Gianmarco Poli.
«Siamo molto contenti che il Tar abbia riconosciuto il principio, che a noi appare sacrosanto, che il mero cambio di attribuzione di un’opera d’arte non legittimi l’amministrazione ad annullare autorizzazioni all’esportazione rilasciate oltre il termine di 12 mesi per l’esercizio dell’autotutela. Da oggi le autorizzazioni rilasciate dall’amministrazione italiana potranno quindi godere di una maggiore affidabilità all’estero, aumentando la credibilità dello stesso Ministero» sottolinea l’avvocato Francesco Emanuele Salamone, che – pochi mesi fa – aveva ottenuto un altro importante pronunciamento (in favore dell’esportatore di un dipinto di Jacopo da Bassano) da parte del Consiglio di Stato.
Fonte: Il Sole 24 Ore