H&M chiude il 2024 con vendite in aumento dell’1%, ma migliora negli ultimi mesi
Un anno sostanzialmente piatto, ma in miglioramento nell’ultimo trimestre: il gruppo H&M ha chiuso l’anno fiscale 2024 con ricavi in aumento dell’1%, aumento che si è attestato però a +4% nei mesi di dicembre e gennaio, dopo un novembre inferiore alle attese, anche in virtù del ritardo dell’arrivo del Black Friday, il 29 del mese. A influire negativamente anche i tempi di trasporto prolungati legati alla situazione nel Mar Rosso.
I ricavi del gigante svedese del fast fashion hanno raggiunto i 234,478 milioni di corone svedesi, pari a circa 20,4 milioni di euro. In aumento l’utile operativo, pari a 1,5 miliardi di euro, con una marginalità al 7,4, in aumento del 28% rispetto all’anno precedente. Un andamento che, secondo il ceo Daniel Erver, alla guida del gruppo da circa un anno, è anche dovuto all’inizio del ritorno degli importanti investimenti in marketing: «Forti vendite online e un miglioramento nella presentazione dei prodotti, insieme a quello dell’esperienza di shopping, la buona ricezione delle collezioni donna e un controllo dei costi hanno contribuito al buon andamento dell’ultimo trimestre», ha affermato durante la presentazione dei dati. Fra gli eventi di punta della fine dell’anno, i concerti gratuiti di Charli XCX, volto della collezione autunno-inverno, durante la London Fashion Week e a Times Square a New York.
Del contenimento dei costi fa parte anche il piano di chiusura del brand Monki, annunciato in novembre. In realtà il gruppo sta agendo sulla razionalizzazione di tutta la rete di vendita: nell’anno fiscale 2024 ha chiuso 116 store, cifra che porta il totale a 4.253. Sul fronte retail il gruppo punta ad aprire nel nuovo anno 80 negozi, perlopiù in mercati emergenti, come il Brasile, dove H&M debutterà nel 2025. In Italia lo scorso anno è giunto per la prima volta il marchio Arket.
Per quanto riguarda gli obiettivi di sostenibilità, si punta a ridurre l’emissione di gas serra del 56% entro il 2030. Secondo il ceo Erver «dati preliminari confermano che le nostre emissioni scope 3 (le emissioni indirette che si verificano nella catena del valore di un’azienda) sono diminuite di almeno il 23% rispetto al 2019».
Fonte: Il Sole 24 Ore