Homi a Milano: design e creatività sfidano la crisi del consumi

Nonostante l’incertezza dei tempi, il mercato dei prodotti legati alla casa e all’abitare sembra non conoscere crisi. Certo: l’inflazione incide sulle scelte dei consumatori, rallentando gli acquisti, che speso vengono posticipati per dare priorità al pagamento delle bollette e dei beni di prima necessità. Ma questo tema incide marginalmente sui prodotti di alta gamma e di design – segmento su cui si posiziona la maggior parte delle aziende manifatturiere italiane – e sul comparto dei complementi, degli oggetti e degli accessori, quello per intendersi che in questi giorni è protagonista a Homi, la manifestazione dedicata all’abitare e agli stili di vita organizzata da Fiera Milano.

Una manifestazione che – dopo i rinvii, i posticipi e gli adattamenti imposti dalla pandemia – sta investendo per darsi una nuova e ben definita identità, anche per distinguersi dalle due principali fiere europee del settore, decisamente più forti per numeri: la francese Maison&Objet, appena conclusasi a Parigi con oltre 2.300 espositori e 67mila visitatori da tutto il mondo (per il 45% esteri); e la tedesca Ambiente, che si terrà a Francoforte dal 3 al 7 febbraio, con più di 4.500 espositori da 160 Paesi.

Homi: sfida sulla qualità, non sulla quantità

Homi ha numeri completamente diversi (517 i brand presenti, per il 40% esteri, e 340 gli stand), ma anche gli obiettivi e il posizionamento della manifestazione sono differenti, come spiega Emanuele Guido, exhibition director della business unit Lifestyle di Fiera Milano. «Il nostro obiettivo è quello di prediligere la qualità degli espositori e dei buyer, rispetto ai grandi numeri – spiega Guido –. Anche per questo abbiamo cambiato la collocazione temporale della fiera, che di solito iniziava di venerdì e si concentrava sui piccoli negozianti, aprendo di giovedì, in modo da attrarre nei primi due giorni soprattutto i grandi rivenditori».

L’esperimento sembra riuscito: i padiglioni erano animati da un bel movimento di visitatori, raccontano gli espositori intervistati dal Sole 24 Ore, favorito anche da un mercato della casa che per due anni è cresciuto a livelli straordinari. Secondo i dati raccolti da Export Planning, il commercio mondiale del comparto Home ha confermato nel 2022 i buoni risultati del 2021 (+24,5%) e dovrebbe raggiungere il record di 158,1 miliardi di euro, il doppio di dieci anni fa. Nonostante il rallentamento atteso per il periodo 2023-2026, le prospettive di crescita restano interessanti, soprattutto per le aziende che si posizionano sul segmento alto del mercato e che investono in modo strutturale sull’internazionalizzazione.

Crisi dei consumi? Sì, ma la casa è ancora al centro

Secondo i dati della 5ª edizione dell’Osservatorio CasaDoxa, che fotografa i cambiamenti in atto nella società e nelle case degli italiani, l’ambiente domestico continua infatti a ricoprire un ruolo centrale. Le abitudini sono cambiate dopo la pandemia e in casa si passa molto più tempo rispetto a qualche anno fa. Secondo i dati Doxa molte persone desiderano una stanza in più (36%), dove poter lavorare indisturbati, o trovare spazio per allenarsi e tenersi in forma. I pasti si consumano più di frequente in casa (+33% a pranzo, +36% a cena) e si condividono più di prima con amici e parenti. Anche il tempo dello svago come la visione di film e serie (+42%) è decisamente più casalingo.

Fonte: Il Sole 24 Ore