Hong Kong, pesanti condanne per 45 deputati e attivisti per la democrazia

Hong Kong, pesanti condanne per 45 deputati e attivisti per la democrazia

Dal nostro corrispondente

NEW DELHI – Un tribunale di Hong Kong ha condannato 45 tra ex-deputati e attivisti per la democrazia a pene da 4 a 10 anni. Le sentenze sono state inflitte per il loro ruolo nell’organizzazione di una primaria non ufficiale, in base a una legge sulla sicurezza nazionale imposta dal governo cinese nel 2020. I pubblici ministeri hanno dichiarato che l’obiettivo degli imputati era paralizzare il governo di Hong Kong e costringere il leader della città a dimettersi, cercando di ottenere una maggioranza legislativa. La primaria, tenutasi a luglio 2020, ha visto la partecipazione di 610mila elettori, e aveva lo scopo di selezionare i candidati a un’elezione poi annullata, ufficialmente per i rischi per la salute pubblica dovuti alla pandemia di Covid-19.

Il giurista Benny Tai, che i giudici hanno definito il «cervello» del piano, ha ricevuto la pena più pesante: 10 anni. I giudici hanno dichiarato che gli imputati che hanno affermato di non essere consapevoli che il piano fosse illegale hanno ricevuto uno sconto di pena. Tuttavia, il tribunale ha sottolineato che ciò non è stato fatto per Tai e l’ex-deputato Alvin Yeung perché si tratta di avvocati «assolutamente determinati a portare avanti l’attuazione del piano».

Nella sentenza pubblicata online, i giudici hanno scritto che Tai, di fatto, «ha promosso una rivoluzione», pubblicando per mesi una serie di articoli che tracciavano il suo pensiero. Due dei 47 imputati iniziali sono stati assolti all’inizio di quest’anno. Gli altri hanno dichiarato di essere colpevoli o sono stati giudicati colpevoli di cospirazione per sovversione. I giudici hanno affermato nella loro sentenza che i piani degli attivisti avrebbero minato l’autorità del governo e creato una crisi costituzionale.

I giudici hanno respinto il ragionamento di alcuni imputati secondo cui il piano non si sarebbe mai realizzato, dichiarando che «tutti i partecipanti hanno messo ogni sforzo per farlo riuscire» e hanno evidenziato che «un’enorme quantità di tempo, risorse e denaro» è stata dedicata all’organizzazione delle elezioni primarie. «Quando si è svolta la primaria il 10 e 11 luglio, nessuno aveva mai detto era solo un esercizio accademico e che il piano era assolutamente irrealizzabile», si legge nella sentenza. «Per avere successo, gli organizzatori e i partecipanti avrebbero dovuto superare degli ostacoli, ma ciò era previsto in ogni caso di sovversione in cui si cercava di rovesciare o paralizzare un governo».

Fonte: Il Sole 24 Ore