Huawei scommette su sistemi operativi e guida assistita per auto

Il grande pubblico conosce Huawei per gli smartphone. Nel 2019 il costruttore cinese è finito in prima pagina sulla stampa mondiale per il bando imposto dal governo Trump e per il successivo stop alle licenze su Android imposto da Google per tutti gli smartphone a marchio Huawei. In pratica costringendo il produttore cinese a vendere device senza il Play Store e duque senza le app e i servizi del mondo Google, compree le mappe.  Da allora gli smartphone Huawei sono di fatto inutilizzabili, soprattutto in Europa.

Un colpo che avrebbe fatto fallire la maggior parte dei costruttori di smartphone, cosa non successa però per Huawei. Come ci è riuscita? Grazie anche ad incentivi miliardari ricevuti dal governo cinese (identificato in passato come reale maggiore azionista del gruppo attraverso un non meglio specificato comitato sindacale della holding) che le permetteranno di diventare in futuro una figura chiave del mercato automotive cinese. Nessuna auto prodotta al 100%, al contrario di quanto accaduto per Xiaomi, ma uno dei principali fornitori di software e di tecnologia legata ai sistemi di sicurezza attiva e passiva.  

Huawei Harmony OS 

Se Google con Android automotive è entrato in milioni di auto, Huawei punta a farlo con il sistema Harmony OS, capace di gestire le principali funzioni partendo dall’elettronica di bordo e arrivando all’infotainment. Come già visto con Xiaomi, altro produttore cinese di smartphone e tecnologia ora entrato anche nel mondo delle auto, l’integrazione tra software e device personali porterà ad una massima integrazione tra automobile e l’ambiente circostante a partire dalla possibilità di aprire la vettura tramite smartphone o smartphone. La creazione di un vero e proprio ecosistema di mobilità, dove è al lavoro anche Xiaomi, sarà uno dei punti di forza di Huawei. Per vedere le tecnologie sviluppate, è sufficiente osservare da vicino il suv Aito M5 Spinto da una motorizzazione extended range (Erev), monta il sistema operativo Harmony OS realizzato da Huawei e tecnologia Lidar per la guida autonoma sempre sviluppata da Huawei. La strategia di Huawei di collaborare con le case automobilistiche piuttosto che agire da sola l’ha messa davanti alla rivale Xiaomi.  

I costruttori cinesi temono Huawei 

Come riportato da Automotive News, Il successo di Huawei con Aito sta minacciando altri marchi cinesi di auto elettriche che a loro volta ne stanno mettendo in dubbio l’affidabilità. Un esempio arriva dal fondatore di Xpeng He Xiaopeng, il fondatore di Xpeng, che in fase di crisi del proprio marchio si è domandato se la frenata automatica di emergenza di Aito fosse abbastanza sicura per essere commercializzata in tutta la nazione. Huawei ha dichiarato lo scorso settembre la possibilirà di rendere disponibile il suo sistema di guida assistita 2.0 in tutta la Cina entro la fine dell’anno. Chen Hong, presidente di Saic Motor Corp., ha affermato che se la sua azienda lavorasse con Huawei e utilizzasse la sua tecnologia sarebbe come cedere il controllo e “l’anima” dell’auto. Il colosso cinese hi-tech ha invece espresso la sua volontà essere vicino alle automobilistiche e aiutarle a sopravvivere al consolidamento. 

Fonte: Il Sole 24 Ore