I 99 oggetti fermati da Luigi Spina: inno ai vivi e all’aldilà

Il mondo in una valigia, il mondo in cinque giorni e 99 piccoli oggetti d’arte da fotografare. È la bellezza che racconta l’eterno. Luigi Spina si è chiuso in una stanza e ha fotografato per cinque giorni creando il libro Culture(s). Il vivente e l’aldilà dell’arte nell’umanità. Un catalogo sorprendente di arte, conoscenze, luoghi, tradizioni, lingue e linguaggi.

Ludovic Donnadieu, dottore commercialista e collezionista, ha creato la Fondation Donnadieu che si occupa di infanzia. E proprio per i bambini ha deciso di scegliere 99 pezzi della sua collezione con un’altezza media di 8 centimetri e farli fotografare: «Questo criterio si basa su una convinzione: per esercitare il suo impatto emotivo, il suo potere di fascinazione, una creazione artistica non ha bisogno di essere grande. Infatti, al pari dell’infanzia, alla quale è dedicata questa raccolta di opere, ciò che è fragile può essere durevole, ciò che è piccolo vettore di grandezza e il dettaglio singolare il tramite di un messaggio universale».

Una scatola di preghiera dal Nepal con coralli e pietre sbuca dal nero della pagina, una maschera zoomorfa cinese pare quasi ruggire, o una scatola cilindrica di medicinali dal Mozambico passa di mano in mano fra sciamani. Sono ciondoli-amuleti, teste femminili dall’Asia Minore, maschere, oggetti per il culto funerario, statuette rappresentati divinità da ogni angolo di foresta o deserto: «Non basta guardare questi reperti – scrive il fotografo –, il compito più arduo è ristabilire un dialogo interrotto. Essi ci informano di conoscenze, tradizioni, folclore e soprattutto fede. Questi corpi minuti, eppure così perfetti nelle forme della materia, mi spingono a compiere un’indagine fotografica che faccia emergere questo micromondo che ha una dimensione cosmica».

L’estremamente piccolo diventa universale, nel tempo e nello spazio, e i 99 oggetti raccontano 10mila anni, dall’VIII millennio a.C. al XX secolo. Insomma, tutta la storia del mondo e di chi lo ha attraversato. Che la collezione Donnadieu – di cui 50 opere che rappresentano animali saranno esposte al Musée d’Anthropologie préhistorique de Monaco dal 1° dicembre 2024 al 1° dicembre 2025 –, svela pezzo dopo pezzo, luogo dopo luogo. Tutti i cinque continenti sono presenti, in un insieme armonioso, in un inno alla diversità culturale che compre i vivi e i morti, la luce e il buio.

Quell’orante in lapislazzulo, intarsiato durante l’impero babilonese, è la ragione ultima del libro, una preghiera laica al valore della diversità: «Se oggi le nostre differenze tendono a dividerci gli uni dagli altri, mettere in evidenza il nostro passato artistico comune può ricordarci il nostro bisogno di fraternità?».

Fonte: Il Sole 24 Ore