I benefit? Ci sono anche frutta e verdura, ecco cosa accade alla Tersan

C’è welfare e welfare. Anche dal baratto può nascerne uno. E c’è benefit e benefit. Cosa può esserlo più della frutta e della verdura, visto che nella loro definizione i benefit sono considerati beni e servizi non in denaro, anche in natura, dati ai lavoratori? Gli strumenti più avanzati, come sanno bene le aziende che li mettono in campo per i loro lavoratori, hanno un peso molto rilevante sul conto economico, tale da essere insostenibile per le realtà medio piccole. La fantasia però aiuta, come è accaduto alla Tersan Puglia, un’azienda di Modugno che da 50 anni si occupa di compostaggio dei rifiuti organici per la produzione di biofertilizzante e biometano. Dopo un anno di sperimentazione la società ha deciso di mettere a regime un progetto fondato sul baratto, secondo cui in cambio dei concimi donati a un’azienda agricola, riceve frutta e verdura da offrire ai suoi 60 lavoratori.

Il progetto dalla comunità alla terra

Entrando nel dettaglio la Tersan Puglia dà il Bio Vegetal, un biofertilizzante organico, e in cambio riceve prodotti ottenuti dalle terre di Mesa, un’azienda agricola di Putignano, che utilizza il prodotto per fertilizzare le terre. Il progetto è partito un anno fa e, da allora, Tersan ha fornito 28 tonnellate di fertilizzante Bio Vegetal a Mesa che a sua volta ha dato in cambio oltre 1.600 chili di frutta e verdura di stagione che sono stati distribuiti gratuitamente, ogni trimestre, ai 70 lavoratori di Tersan. Il progetto da un lato mira a diffondere tra i dipendenti la cultura di una corretta alimentazione e dall’altro si inserisce tra le attività di welfare aziendale, destinando alle risorse umane un benefit derivante dal loro stesso lavoro.

L’economia circolare

Quando parla del progetto, Leonardo Delle Foglie, amministratore delegato di Tersan Puglia, lo descrive come un elemento concreto «del nostro impegno sul tema dell’economia circolare, centrale nella nostra visione. Siamo arrivati a mezzo secolo di vita al termine di un percorso lungo e faticoso, durante il quale abbiamo affrontato con tenacia le molte difficoltà sorte per via di un’attività innovativa in un settore sensibile come quello dei rifiuti». Quella della Tersan, che oggi fattura 20 milioni di euro e ha 350 clienti, è una storia che inizia 50 anni fa, da un’intuizione del suo fondatore, Silvestro Delle Foglie: trasformare i rifiuti organici in un fertilizzante naturale prezioso per l’agricoltura, in un periodo ancora poco attento alle tematiche ambientali e in cui il recupero dei rifiuti organici non era incentivato ma avversato. Sono stati necessari decenni di ricerche, analisi e approfondimenti affinché venisse riconosciuto e apprezzato il valore agronomico ambientale del suo Bio Vegetal, il primo biofertilizzante certificato Bioagricert in Puglia con microrganismi vivi in grado di rivitalizzare i suoli agricoli.

La ricerca

Ricerca, innovazione e perseveranza come spiega il presidente della Tersan Puglia, Silvestro Delle Foglie, «sono state la chiave di volta che ci hanno permesso di costruire un modello di business alimentato dai principi di circolarità e sviluppo sostenibile. Siamo orgogliosi del percorso fin qui svolto e guardiamo al futuro con fiducia, consapevoli che progetti nel settore del compostaggio sono finalmente percepiti come anello imprescindibile e virtuoso nel ciclo di vita dei rifiuti». La società oggi ha uno dei più moderni impianti di compostaggio nel sud Italia a cui conferiscono la propria frazione organica 36 comuni di una regione, la Puglia, dove dai rifiuti fanno nascere frutta e verdura e li trasformano in benefit.

Fonte: Il Sole 24 Ore