Idroelettrico, gruppi stranieri in campo per le concessioni

Interesse diffuso, a varie latitudini, per il dossier idroelettrico in Lombardia. Il 18 ottobre si chiudono i termini delle domande per le prime due (piccole) concessioni scadute messe a gara dalla regione: Codera Ratti-Dongo, da 19 MW (attualmente in gestione a Edison), e Resio, da 4 MW (A2A). Le associazioni di categoria hanno ricevuto in questi mesi molte richieste di informazioni da varie parti del mondo e da varie tipologie di interlocutori, da operatori a fondi di investimento: «Sono molto preoccupato», testimonia Paolo Taglioli, direttore generale di Assoidroelettrica: «I nostri asset idroelettrici sono strategici, servono a garantire energia a prezzo calmierato a un Paese come il nostro sempre a maggiore intensità energetica, costretto a importarla. Servono per la nostra industria. Senza contare la crucialità della gestione idrica in tempi di cambiamenti climatici. Sono stati scritti bandi senza individuare criteri e indennizzi chiari, soprattutto per le piccole derivazioni, e senza la reciprocità tra Stati. Svendere le nostre centrali potrebbe avere conseguenze irreparabili: dobbiamo rinegoziare con l’Europa il blocco di questo meccanismo».

L’interesse di Eph e svizzeri

Secondo fonti di mercato, i cechi di Eph starebbero studiando il dossier. Il gruppo opera in Italia come Ep Produzione, controllata nazionale della holding fondata nel 2009 da Daniel Kretinsky, con sei centrali termoelettriche da 4,4 GW, cinque a gas e una a carbone, partecipazioni nel settore delle biomasse, e ricavi nel 2023 intorno ai 2 miliardi di euro. Gli interessi di Kretinsky vanno ben oltre l’energia, dallo Sparta Praga a Le Monde, da Foot Locker a Metro fino a Thyssenkrupp Steel. Poiché i bandi lombardi, come condizione di partecipazione, richiedono agli operatori un’esperienza provata nella gestione di impianti idroelettrici, la chiave, nella galassia Eph, potrebbe essere rappresentata dalla partecipata Slovenské Elektrárne, controllata al 34% dal ministero dell’economia slovacco (in cui anche il gruppo Enel ha una partecipazione minoritaria) che gestisce 31 centrali idroelettriche, due nucleari, due termoelettriche e due fotovoltaiche.

C’è poi una pista svizzera, come emerge anche dalle risposte pubblicate da regione Lombardia a richieste di chiarimento sui bandi (al 2 ottobre complessivamente 36 per Codera Ratti-Donghi e 59 per Resio) che potrebbe puntare su Bkw, 50 centrali idroelettriche nella confederazione e in Italia per 1,7 GW. Osservatori del mercato portano inoltre nella discussione anche il gruppo australiano Macquarie, uscito giusto a settembre da Hydro Dolomiti Energia.

I contenziosi in corso

Sulle gare pendono al momento i contenziosi di Elettricità Futura, A2A, Edison: «Uno dei principali elementi che abbiamo contestato nei ricorsi presentati al Tribunale superiore delle Acque pubbliche ed anche a un Collegio arbitrale è il mancato riconoscimento del giusto valore delle opere asciutte, ovvero il prezzo da riconoscere al concessionario uscente per i beni privati di sua proprietà», spiega Marco Stangalino direttore della produzione elettrica di Edison. «Il valore di perizia, ma anche quello contenuto nei libri contabili aziendali, è 20 volte più alto delle stime regionali, con una differenza estremamente rilevante e irragionevolmente penalizzante dato che sono beni costituzionalmente garantiti», continua: «Regione Lombardia ha, sorprendentemente, avviato la gara per l’assegnazione delle concessioni definendo unilateralmente e senza nessun contraddittorio il valore delle opere asciutte, senza neanche attendere prima la conclusione delle procedure arbitrali avviate proprio per far accertare da un “terzo” il prezzo di queste opere. Ne deriva che la gara si svolgerà con un vizio economico molto significativo, portando confusione ed errate valutazioni tra i partecipanti che dovranno presentare piani economici e finanziari in un contesto di assoluta incertezza fino alla conclusione dei contenziosi».

Se alla fine sarà riconosciuto un valore diverso da quello indicato nei bandi (1,5 milioni per Codera Ratti-Donghi e circa 320mila per Resio) si aprirebbe la procedura per un «riequilibrio economico finanziario» del pia

Fonte: Il Sole 24 Ore