Idrogeno verde: avanti tutta con lo sviluppo, ma senza tralasciare soluzioni alternative
L’idrogeno verde prodotto da fonti rinnovabili rappresenta e potrà rappresentare un cruciale alleato nella decarbonizzazione del sistema economico, a partire dall’industria energivora e dai trasporti, ma, nel breve e medio periodo, non bisognerà trascurare soluzioni alternative come l’idrogeno grigio (sviluppato, cioè, da fonti fossili) in associazione alla cattura e allo stoccaggio del carbonio per tagliare le emissioni. E sarà necessario intensificare gli sforzi per rendere questo vettore energetico più competitivo, magari sfruttando la proposta di riforma del mercato elettrico al vaglio dell’Europa, in modo da introdurre strumenti di contrattazione di lungo termine che ne garantiscano la maggiore competitività economica.
È questo il messaggio che arriva dal panel “La rivoluzione attesa dell’idrogeno”, di scena nella mattinata di domenica al Festival dell’Economia, che ha riunito sullo stesso palco le aziende, rappresentate da Dina Lanzi, head of hydrogen technical development di Snam, e da Diego Cattoni, amministratore delegato di Autostrada del Brennero, e il mondo accademico con tre economisti del calibro di Lucia Visconti Parisio (Università di Milano Bicocca), Luigi De Paoli (Università Bocconi di Milano) e Luigi Paganetto (Università di Roma Tor Vergata).Su un punto, dunque, il confronto è sembrato convergere: l’idrogeno verde è la scommessa su cui puntare, come peraltro sta facendo l’Italia con i fondi stanziati nel Pnrr (3,6 miliardi) e come ha già fatto l’Europa, da ultimo attraverso il Repower Eu, che punta a raddoppiare l’obiettivo di produzione fissato per il 2030, fissandolo a 10 milioni di tonnellate l’anno, ai quali si aggiungono altri 10 milioni di tonnellate di import dall’estero. Se, dunque, la rotta è chiara, è necessario però puntellare il percorso potenziando le infrastrutture di trasporto, a cominciare dalle dorsali europee, su cui è in prima linea la Snam, come ha evidenziato Dina Lanzi, ma anche rafforzando la mobilità in chiave green con una spinta, tanto per cominciare, sulle stazioni di rifornimento lungo le arterie stradali e autostradali. Terreno, quest’ultimo, su cui, tra gli attori più impegnati, figura Autostrade del Brennero, che sta lavorando, ha detto l’ad Diego Cattoni, anche sul progetto dell’autostrada A22 che sarà il primo corridoio green d’Europa.
Fin qui, dunque, lo sforzo significativo delle aziende. Ma, come detto, occorre mettere a punto le condizioni per accelerare lo sviluppo dell’idrogeno. Intervenendo sul tema del prezzo, ancora troppo elevato se paragonato alle altre fonti, come hanno osservato efficacemente sia Lucia Visconti Parisio dell’Università Milano Bicocca che Luigi De Paoli dell’ateneo Bocconi. Mentre Luigi Paganetto (Università di Tor Vergata) ha messo il giusto accento sulla necessità di guardare certo agli obiettivi della transizione energetica, ma senza tralasciare la messa a punto di un percorso chiaro per centrare i target green.
Fonte: Il Sole 24 Ore