Igers, 5 milioni per il primo impianto di riciclo tessuti

Igers, 5 milioni per il primo impianto di riciclo tessuti

Igers, società di Trezzano sul Naviglio (Milano) nel cui capitale il gruppo Haiki+ è entrato lo scorso anno con un investimento di 700mila euro, conta di finire entro l’anno la costruzione e il collaudo del primo impianto integrato in Italia per il riciclo di scarti e rifiuti tessili finalizzato al recupero di fibre naturali e sintetiche adatte per la reimmissione nel circuito produttivo.

Il polo è in sviluppo in provincia di Novara e sarà in grado di trattare 25mila tonnellate di materiale all’anno. L’obiettivo è di renderlo operativo all’inizio del 2026. L’azienda ne ha brevettato il processo in Italia e ha cominciato l’iter anche per il riconoscimento internazionale. Si tratta di un investimento di 5 milioni di euro di capex per un impianto che ha ricevuto anche 1,3 milioni dal Pnrr, essendo rientrato nella graduatoria del 192 progetti faro di economia circolare che il ministero dell’Ambiente ha pubblicato alla fine del 2022. Il Pnrr ha infatti destinato una linea da 600 milioni a interventi per l’ammodernamento degli impianti esistenti e la realizzazione di nuovi per il miglioramento della raccolta, della logistica e del riciclo dei diversi tipi di rifiuti.

La prossima crescita

«Il finanziamento tramite Pnrr impone la chiusura del progetto nel 2026», racconta l’amministratore delegato di Igers, Gian Luca Miceli, «ma il piano di espansione continuerà anche dopo: stiamo già valutando altri quattro impianti come questo nei prossimi cinque anni. Il piano industriale 2025-29 registrerà una crescita rilevante data anche da ulteriori investimenti. In questi primi anni gli utili derivanti da progetti pilota e servizi per le aziende, contratti con i brand del lusso e del fashion retail, hanno coperto i costi di ricerca e sviluppo».

Dai rifiuti alle fibre

Il metodo messo a punto da Igers permette di lavorare qualsiasi tipologia di scarto tessile: il trattamento permette di generare nuove fibre riutilizzabili per abiti o imbottiture. Il processo sfrutta sistemi sofisticati di selezione e tecnologie meccaniche e chimiche per il recupero.

Raccolta in attesa dell’Epr

La raccolta differenziata dei rifiuti tessili è obbligatoria in Italia dal 2022 e in Europa dall’1 gennaio 2025 in base alla direttiva Ue 2018/85. La raccolta in realtà non è mai davvero decollata perché non è mai partita la responsabilità estesa al produttore (Epr) per il settore tessile: «Ci auguriamo che venga concretizzato il decreto attuativo che la regola. Non ci aspettiamo che il nostro primo impianto, unico in Europa con queste caratteristiche, venga saturato già nel primo anno, ma con la normativa Epr le prospettive sono interessanti», commenta Miceli. Secondo gli ultimi dati di Ispra in Italia i rifiuti tessili hanno rappresentato il 4,3% di quelli urbani. Nel 2023 la loro quota all’interno di quelli avviati a riciclo è stata dell’1 per cento.

Fonte: Il Sole 24 Ore