Il calcio non va ad algoritmi: il Milan ko nel derby
Il calcio non va ad algoritmi
In realtà, e lo si è visto nel derby, le cose sono più complicate. Il calcio non è una materia esatta come la matematica e la fisica. È un assemblaggio complicato di uomini e caratteri sempre in precario equilibrio. Figuriamoci se arrivano dieci giocatori nuovi. Che non sanno nemmeno parlare l’italiano visto che, nel Milan, c’è solo Calabria a parlar la nostra lingua e a far da interprete a una legione straniera che del nostro calcio non sa quasi nulla.
Una delle cose che ha colpito più negativamente, nel derby, è la scarsa reattività dei rossoneri. Gli interisti, a partire da Barella, per non parlare di Mkitaryan, Thuram e Calhanoglu, erano lupi feroci pronti ad azzannare qualsiasi avversario. Con delle marcature pressanti, soprattutto a centrocampo, che hanno tolto spazio e ossigeno ai rossoneri. Rossoneri frastornati e inebetiti che si sono rifugiati in un inutile possesso palla (70 per cento) che suona ancora più beffardo.
Certo l’Inter ha trovato un Thuram formidabile che dopo aver propiziato il vantaggio, ha raddoppiato con una sassata all’incrocio che fa ancora paura. Per non parlare di Mkhtaryan, autore di una splendida doppietta, che solo dopo cinque minuti aveva già sbloccato il risultato. Ma l’Inter è diventata stratosferica perché il Milan si è ristretto. Priva di un vero punto di riferimento, la legione straniera di Pioli si è dispersa come un esercito in rotta. Al di là del suo valore economico, Tonali nel Milan era una figura importante, un giocatore in grado di dettare i tempi, di ricompattare la squadra nel momenti più difficili. Ma chi può ricompattare una difesa formata da Thiaw e Kjaer, una coppia lenta come un paracarro?
Il Milan cerca il riscatto domani in Champions
È un momento difficile per Pioli. Non sarà facile uscire bene da questo derby. Chi alla vigilia lo ha incensato ora chiederà la sua testa, come sempre succede in questi casi. La ferita brucia. Soprattutto perché arriva dopo altri quattro derby persi malamente. Qualche responsabilità ovviamente il tecnico ce l’ha. Ma in 5 anni Pioli ha anche ottenuto enormi risultati, oltre uno scudetto. Ora deve far ripartire un gruppo umiliato e ferito. Deve dargli forza e consapevolezza. Non ha più Paolo Maldini al suo fianco. Che, al di là delle divergenze di opinioni, era un aiuto prezioso. Ora Pioli, in uno snodo decisivo, è un uomo solo. La sua fortuna e che bisogna reagire subito. Domani con Milan-NewCastle c’è la prima trappola di Champions da sventare. Un ottimo test anche per vedere come reagirà la tifoseria rossonera.
Tornando all’Inter, che mercoledì incrocerà il Real Sociedad, vive davvero un momento magico. Questa estate ha comprato poco ma bene. Thuram, figlio d’arte, è arrivato a parametro zero. Frattesi, lo abbiamo visto anche n nazionale, è una furia scatenata dal gol facile. Ora è presto per parlare di scudetto e seconda stella. Però l’inter è a punteggio pieno. con 13 gol fatti e uno subito in quattro gare. Inoltre ha un allenatore, Inzaghi, che ha ormai chiuso i conti con i suoi vecchi critici. Difficile trovare un difetto a questo gruppo. Con il Napoli che sembra la controfigura di quello dell’anno scorso,e le romane che vai a capire, l’Inter può guardare con fiducia al suo futuro.
Fonte: Il Sole 24 Ore