Il Copa-Cogeca: serve un fondo ad hoc per la transizione agricola
Prodotti fitosanitari a basso impatto, gestione degli eventi catastrofali, meno burocrazia e, soprattutto, più fondi. Quello che il Copa-Cogeca, il comitato che riunisce le principali associazioni degli agricoltori europei, chiede alla Ue è un nuovo corso. Sono molti i punti del documento “Vision for the future of Eu agriculture. From field to future” che l’organizzazione ha approvato ieri e che verrà consegnato alla neonata Commissione europea. Ma in cima alla lista dei desiderata degli agricoltori c’è la richiesta di un maggior sostegno economico: sia con l’aumento del finanziamento della linea di bilancio della Pac, sia attraverso la creazione di forme di finanziamento aggiuntive. Per esempio, la nascita di un Fondo per la giusta transizione agricola.
Le radici del documento del Copa-Cogeca vanno cercate nel Dialogo strategico, la grande tavola di confronto sul futuro dell’agricoltura lanciata dalla presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, all’indomani delle proteste dei trattori del gennaio scorso. Quel confronto produsse un documento, che ora è nelle mani della nuova Commissione, la quale a sua volta lo utilizzerà per scrivere il suo programma per l’agricoltura europea all’interno della Comunicazione per i primi 100 giorni.
Al Dialogo strategico parteciparono 29 soggetti, ma di questi solo quattro in rappresentanza degli agricoltori. Per questo il Copa-Cogeca ha sentito l’esigenza di redigere un ulteriore documento. «Abbiamo sentito l’esigenza di difendere alcune questioni e sottolineare dei punti che non sono stati inclusi nel Dialogo strategico», ha detto la segretaria generale del Copa-Cogeca Elli Tsiforou la settimana scorsa a Bolzano, a margine di un convegno organizzato da Confcooperative Fedagripesca e Assomela alla fiera Interpoma.
Uno dei temi più sentiti, di fronte all’avanzare del cambiamento climatico, è quello della gestione del rischio: «Le organizzazioni agricole non hanno i mezzi per affrontare i rischi da sole – ha detto Tsiforou – non solo il denaro stanziato non basta, ma serve uno strumento di gestione più efficace». Gli agricoltori europei, attraverso il Copa-Cogeca, chiedono all’Europa anche una semplificazione della burocrazia: «Il numero delle certificazioni richieste ai produttori agricoli sta proliferando – ha aggiunto la segretaria generale – e questo costituisce un costo aggiuntivo insopportabile». Per evitare tali aggravi basterebbe creare uno standard, «una certificazione unica, a cui far adeguare tutti gli operatori della grande distribuzione a livello europeo», sostiene Davide Vernocchi, vicepresidente di Fedagripesca. Che tra i punti più strategici del documento del Copa-Cogeca individua l’uso della chimica in agricoltura: «Il cambiamento climatico è sempre più estremo e incide negativamente sulle patologie che colpiscono l’ortofrutta e che sono in aumento – dice Vernocchi – proprio in questi giorni, per esempio, è stato tolto l’unico insetticida che aveva dimostrato di funzionare contro la cimice asiatica. La decisione è stata presa solo sulla base di uno studio fatto dalle Ong, senza sentire i produttori agricoli. Non possiamo più premetterci di scartare una molecola se non c’è già pronta la soluzione alternativa. Si rischia di far crollare la produzione».
Fonte: Il Sole 24 Ore