
Il cronometro in Parlamento, ecco i tempi delle leggi: anche 763 giorni per il «sì»
Anche più di due anni. È il tempo che è rimasto impresso sul “cronometro” del Parlamento per arrivare all’approvazione della legge sull’introduzione dello sviluppo di competenze non cognitive e trasversali nei percorsi di istruzione e formazione professionale, presentata il 20 ottobre 2022 da Maurizio Lupi – leader di Noi moderati, la formazione centrista che fa parte della maggioranza – e giunta al traguardo il 12 febbraio scorso. Un lungo viaggio che è durato 763 giorni: appena sette più di un’altra legge d’iniziativa parlamentare, quella che contiene disposizioni in materia di assistenza sanitaria per le persone senza dimora, “promossa” il 22 ottobre 2022 dal Dem Marco Furfaro e licenziata in via definitiva il 6 novembre 2024. A fornire queste indicazioni è OpenParlamento, lo strumento di monitoraggio delle attività parlamentari collegato a OpenPolis. Ma a misurare l’andatura, spesso lenta (soprattutto nel caso dei testi depositati direttamente da deputati e senatori), dei testi durante la loro navigazione alla Camera e al Senato sono anche le rilevazioni periodiche del Servizio studi di Montecitorio, che però per calcolare la durata dell’iter considerano solo l’intervallo di date compreso tra l’inizio dell’esame in Commissione e l’approvazione definitiva.
La rilevazione degli esperti di Montecitorio
Il dossier della Camera, aggiornato al 13 febbraio scorso, evidenzia che il percorso più lento, misurato in 450 giorni tra il primo avvio dell’esame in Commissione e il semaforo verde definitivo (acceso il 28 febbraio 2024), è stato compiuto dalla legge sull’istituzione della Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate. Un passo da lumaca, dunque, che però non è sistematico e riguarda solo in piccola parte i provvedimenti d’iniziativa governativa che, al netto delle conversioni dei decreti legge, in molti casi viaggiano spediti.
Percorso più rapido per i testi del governo
L’ultimo dossier del Servizio studi della Camera indica in 181 giorni il tempo di esame medio dei progetti di legge presentati dall’esecutivo. Un tempo medio che, sempre sulla base del monitoraggio degli esperti di Montecitorio, si dilata a 216 giorni per i testi d’iniziativa “mista” (governativa-parlamentare e parlamentare-Cnel) e fino a 297 giorni per le proposte di legge congegnate da deputati e senatori.
Decreti legge: tra approvazioni sprint e via libera in extremis
I decreti legge, invece, ovviamente marciano in Parlamento a ritmi sostenuti dovendo rispettare il vincolo dei 60 giorni dall’entrata in vigore per la conversione in legge. Che fin qui in questa legislatura (la diciannovesima) mediamente è arrivata dopo 43 giorni dal momento in cui è operativamente cominciato l’esame in commissione, ma sempre all’insegna del cosiddetto “monocameralismo alternato”, ovvero con la possibilità di correggere il testo per una sola Camera. Ma anche su questo versante non sono mancate le “conversioni sprint”, così come quelle arrivate quasi in extremis. Dal dossier di Montecitorio emerge che la navigazione più lenta è stata quella dei Dl denominati «flussi migratori bis» e «assegno d’inclusione e lavoro» per i quali sono stati necessari 52 giorni “effettivi”, mentre quella più veloce è toccata al decreto “Aiuti ter” (23 giorni “effettivi”). Per i testi d’iniziativa parlamentare a beneficiare del percorso più breve, dal momento della presentazione del testo, è stato, secondo OpenParlamento, quello sull’istituzione della Commissione d’inchiesta sul femminicidio (79 giorni), mentre il provvedimento del governo con la corsa più breve si è rivelato, al netto dei Dl, la legge di bilancio per il 2023: appena 30 giorni per l’ok finale.
Fonte: Il Sole 24 Ore