Il dissidente russo Orlov: perché ho definito fascista il regime di Putin

Il dissidente russo Orlov: perché ho definito fascista il regime di Putin

Veniamo accusati di gettare discredito, ma nessuno spiega dove sta la differenza con una legittima critica. Siamo accusati di diffondere coscientemente informazioni false, ma nessuno si preoccupa di indicare in che cosa sarebbero false. E quando cerchiamo di dimostrare perché in realtà sono informazioni accurate, scatta il procedimento penale. Siamo accusati di non sostenere il sistema di convinzioni e visioni del mondo che le autorità considerano corretto, eppure la Russia non ha un’ideologia di Stato. Veniamo condannati per aver dubitato che uno Stato vicino è stato attaccato per mantenere la pace e la sicurezza internazionale. Assurdo.

Alla fine del romanzo, il protagonista di Kafka non ha idea del motivo per cui è accusato, eppure viene condannato e giustiziato. In Russia veniamo informati formalmente delle accuse, ma capirle senza avere qualche cognizione di diritto è impossibile.

Eppure, a differenza del protagonista di Kafka, conosciamo le vere ragioni per cui veniamo processati, arrestati, condannati, uccisi. Veniamo puniti per aver osato criticare le autorità. Nella Russia di oggi, questo è assolutamente proibito.

Deputati, inquirenti, pubblici ministeri e giudici non lo ammettono apertamente. Lo nascondono parlando in modo assurdo e illogico di nuove leggi, di inchieste, di verdetti. Ma la realtà è questa.

In questo momento Aleksej Gorinov, Aleksandra Skochilenko, Igor Baryshnikov, Vladimir Kara-Murza e molti altri vengono uccisi lentamente in colonie penali e carceri. Uccisi per aver protestato contro lo spargimento di sangue in Ucraina, per volere che la Russia diventi uno Stato democratico e prospero che non costituisca una minaccia per il mondo che ha intorno.

Fonte: Il Sole 24 Ore