Il dossier fondi sul tavolo del vertice Ue sulla Difesa. Italia e altri 18 Paesi per emissione debito Bei su progetti ad hoc

Il dossier fondi sul tavolo del vertice Ue sulla Difesa. Italia e altri 18 Paesi per emissione debito Bei su progetti ad hoc

Il tema è di strettissima attualità. La necessità di trovare soluzioni che consentano di aumentare il budget per la difesa europea è tornata prepotentemente in auge dopo il ritorno di Donald Trump alla guida degli Usa. Il dossier, che coinvolge in parallelo l’Unione europea e la Nato, sarà affrontato dai leader sulla base di un percorso che si svilupperà per tappe. L’ipotesi che sta prendendo quota in ambito Ue è quella che guarda a un coinvolgimento della Bei, la Banca europea degli investimenti, rafforzandone il mandato.

Il ritiro dei 27 leader Ue

Il tema è all’ordine del giorno in queste ore. Nessuna conclusione ma una discussione informale e sostanziale che, nelle previsione del presidente del Consiglio europeo Antonio Costa, dovrà essere decisiva per delineare le linee guida del Libro bianco sulla Difesa. Il “ritiro” dei 27 leader Ue – con la presenza del segretario generale della Nato Mark Rutte e, per la prima volta dalla Brexit, di un premier britannico a cena, il Labour Keir Starmer – che si tiene oggi al Palais d’Egmont sul dossier difesa potrebbe chiarire alcuni nodi che al momento appaiono delicatissimi. Due, su tutti: le risorse da mettere in campo per aumentare le spese della difesa e l’origine degli armamenti da acquistare.

A latere, infatti si delinea il nodo legato al cosa comprare per rafforzare la difesa Ue. Ovvero se affidarsi comunque a prodotti militari di Paesi terzi o prediligere nettamente, come chiede la Francia, il made in Europe, nonostante le difficoltà di un’industria continentale carente nella produttività. L’idea di Costa, tuttavia, è non alimentare scontri ed è per questo che, in vista del vertice la parola d’ordine è concentrarsi innanzitutto sulle priorità della difesa Ue, sistemi anti-aerei in primis.

Il vertice è stato anticipato da una lettera di 19 leader europei indirizzata a Consiglio europeo, Commissione e presidenza di turno, e firmata anche dall’Italia, nella quale si chiede un cambio del mandato della Banca Europea degli Investimenti per adattare la sua politica dei prestiti alle priorità Ue sulla difesa. Non sarà facile e, nella Bei, serpeggia una certa prudenza, legata al rischio di ammaccare l’altissimo rating sui mercati (tripla A) di cui gode l’istituto.

Difesa Ue: 19 Stati tra cui l’Italia per emissione debito Bei su progetti specifici

La lettera, su iniziativa della Finlandia è stata firmata dai responsabili di governo (oltreché della Finlandia) di Belgio, Croazia, Cipro, Repubblica ceca, Danimarca, Estonia, Francia, Germania, Grecia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Romania, Slovacchia, Spagna e Svezia. Nella lettera si legge che «la possibilità di emissione di debito specifico e vincolato da parte della Bei per finanziare progetti di sicurezza e difesa dovrebbe essere discussa tra le altre opzioni in quanto potrebbe migliorare la trasparenza e fornire chiarezza nonché la possibilità di scelta per gli investitori. Ciò – si legge ancora nel documento – dovrebbe tuttavia essere preso in considerazione in consultazione con i mercati finanziari e le agenzie di rating in merito alla fattibilità di questa possibilità, con la dovuta attenzione a garantire il finanziamento più efficiente e conveniente per i progetti di sicurezza e difesa nonché al possibile impatto sui costi di finanziamento delle attuali obbligazioni della Bei».

Fonte: Il Sole 24 Ore