Il G20 denuncia l’uso della forza in Ucraina ma non menziona la Russia
Non è stato facile trovare parole comuni, alla fine si è raggiunto un compromesso. Nel testo della dichiarazione finale, il G20 riunito a New Delhi denuncia “l’uso della forza” in Ucraina per conquiste “territoriali” ma non menziona in forma esplicita l’aggressione della Russia. I leader denunciano che le “crisi a cascata” rappresentano una minaccia per la crescita globale a lungo termine ma hanno anche sottolineato la mancanza di consenso nel sostegno esplicito all’Ucraina.
Parlare solo di guerra all’Ucraina è una formula che Usa e Nato hanno sempre rigettato perché vuol dire mettere Russia e Ucraina sullo stesso piano e ritenerli ugualmente responsabili ma hanno vinto Russia e Cina ed è stato un duro colpo per i paesi occidentali che chiedevano una chiaro sostegno a Kiev ma soprattutto una condanna della Russia e hanno speso mesi a cercare di convincere i paesi in via di sviluppo.
La precedente dichiarazione del G20, fatta in Indonesia lo scorso novembre, si riferiva alla «aggressione della Federazione Russa contro l’Ucraina». I diplomatici occidentali hanno affermato che il rifiuto della Cina di ripetere quella formulazione è stato fondamentale per spingere l’India a proporre un linguaggio di compromesso.
“Il G20 non è una piattaforma geopolitica, ma il più importante forum globale per la cooperazione economica”, ha detto il ministro agli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar, commentando in conferenza stampa la dichiarazione dei leader del G20. La frase utilizzata dal ministro è la stessa che si legge nel paragrafo 9 del documento approvato, che prosegue sottolineando “le sofferenze umane e gli impatti negativi della guerra in Ucraina” e chiede infine “la cessazione della distruzione militare e degli altri attacchi sulle infrastrutture rilevanti”. Jaishankar ha detto che il consenso su questo passaggio, che ha tenuto in stallo la dichiarazione fino a poche ore fa, è stato raggiunto grazie al ruolo giocato, in particolare, da Indonesia, Sudafrica e Brasile.
Il documento finale invoca anche la «sicurezza alimentare ed energetica» in un paragrafo successivo a quello in cui si chiede la piena attuazione dell’accordo sul grano, ma qui non si citano i recenti attacchi contro l’Ucraina.
Fonte: Il Sole 24 Ore