Il genio di Guglielmo Marconi, padre del wireless e della radio, in mostra a Roma
«Position 41.46 N – 50.14 W. Requires assistance struck iceberg (Posizione 41.46 Nord – 50.14 Ovest. Richiede assistenza colpito iceberg)». Così scrissero i marconisti del Titanic John George Phillips e Harold Bride lanciando l’sos in codice Morse nella notte tra il 14 e il 15 aprile 1912, dopo la collisione con un iceberg del transatlantico britannico, durante il viaggio inaugurale. Tre giorni dopo, tra le oltre duemila persone assiepate al porto di New York, che assistettero allo sbarco dei naufraghi, c’era anche Guglielmo Marconi. La richiesta di soccorso fu raccolta dal marconista del Carpathia Harold Cottam grazie al telegrafo senza fili, l’invenzione di Guglielmo Marconi, che si rivelò fondamentale nel salvataggio dei superstiti del Titanic, consentendo al piroscafo Carpathia, a circa 60 miglia di distanza, di salvare 705 passeggeri. Al geniale inventore e imprenditore bolognese è dedicata la mostra “Guglielmo Marconi. Vedere l’invisibile”, negli spazi del Vittoriano e di Palazzo Venezia a Roma fino al 25 aprile 2025, promossa dal ministero della Cultura e organizzata e realizzata da Cinecittà e Archivio Luce. La mostra è realizzata con il patrocinio e il contributo del Comitato Nazionale Marconi 150 e con la collaborazione della Fondazione Guglielmo Marconi.
L’uomo e l’avventura imprenditoriale
Centinaia di documenti, invenzioni, foto, reperti, filmati d’epoca provenienti da archivi nazionali e internazionali approfondiscono l’avventura imprenditoriale e l’aspetto umano di Guglielmo Marconi. Un tributo che celebra non solo il padre del wireless e della radio, il fondatore della Bbc, ma anche il giovane visionario, in grado di trasmettere la prima radiocronaca dell’America’s Cup del 1899. Marconi ha solo 25 anni. Da una parte il profilo di startupper e imprenditore, dall’altro quello di uomo di Stato, con gli esperimenti che lo portarono alla ribalta internazionale e gli eventi privati, senza dimenticare la sua grande passione per il mare. A partire dalla nave-laboratorio Elettra, che solcò le acque di tutto il mondo, dalla quale l’inventore effettuò molti esperimenti di radiofonia. Lo stesso nome che anni dopo diede all’amata figlia avuta in seconde nozze, dal matrimonio con Maria Cristina Bezzi-Scali.
Il 12 dicembre 1901 il segnale fra Cornovaglia e Canada
I primi esperimenti lo scienziato e uomo d’affari li fece nella soffitta di casa: le onde hertziane erano già note ai fisici di fine Ottocento, ma Guglielmo Marconi intuì la possibilità di impiegarle per trasmettere messaggi, colmando le distanze e superando l’oceano. Da autodidatta nel 1895 nella residenza di campagna della famiglia di Villa Griffone, riuscì ad emettere un segnale che percorse due chilometri, scavalcando una collina e raggiungendo un ricevitore. Primo esperimento di telegrafia senza fili. Il 12 dicembre del 1901, alle ore 12, riuscì a trasmettere un segnale radiotelegrafico trasmesso dalla stazione radio di Poldhu in Cornovaglia all’isola di Terranova, in Canada. Il segnale viaggiò per oltre 3mila chilometri e venne salutato dal New York Times come la più straordinaria conquista scientifica dell’epoca. Molti anni dopo, con un esperimento molto scenografico, Marconi riuscì ad accendere le luci del municipio di Sidney premendo un tasto a bordo dell’Elettra, nel porto di Genova, a oltre 16.500 chilometri di distanza. Era il 26 marzo 1930.
Premio Nobel per la fisica nel 1909
A Marconi si deve lo sviluppo della telegrafia senza fili, la cui evoluzione portò allo sviluppo della radio e della televisione e di tutti i moderni sistemi di radiocomunicazione che utilizzano le comunicazioni senza fili. Per il suo contributo allo sviluppo della telegrafia senza fili ebbe il premio Nobel per la fisica nel 1909 condiviso con Carl Ferdinand Braun.
Fonte: Il Sole 24 Ore