Il Giro d’Italia si sveglia: sul Bondone primo Almeida, a Thomas la maglia rosa

Il Giro d’Italia si sveglia: sul Bondone primo Almeida, a Thomas la maglia rosa

Non è mai troppo tardi. Come nella vecchia e fortunata trasmissione della Rai, anche al Giro d’Italia, dopo 2 settimane e 16 tappe che dire attendiste è quasi un complimento, finalmente succede qualcosa di rilevante e di emozionante .

Non di decisivo perché ci aspettano ancora tre tappe molte impegnative (Val di Zoldo, Tre Cime di Lavaredo e Monte Lussari) in cui tutto può cambiare, però finalmente sul Monte Bondone, montagna storica del ciclismo, i leader danno una prima scrollata alla classifica riportando alla normalità una corsa che stava dando spazio solo ai comprimari. E ai volontari in cerca di gloria. Che sarà bello e meritorio, ma al Giro d’Italia, non ancora una corsa per ciclo turisti, devono emergere soprattutto i campioni. Quelli che il pubblico attende per ore davanti alla televisione e ai bordi delle strade.

Eccoli qua, allora, i campioni. Ve li presentiamo. Il primo, un pizzico inaspettato, ma ora da tenere decisamente d’occhio, è il portoghese Joao Almeida, 24 anni, per la prima volta vincitore di una tappa al Giro d’Italia. Il secondo, battuto da Almeida nell’ultimo guizzo, ma di nuovo maglia rosa è il gallese Geraint Thomas, quasi 37 anni, già primo al Tour del 2018. Il terzo è Primoz Roglic, sloveno di 31 anni, da tutti temuto come favorito, ma questa volta messo alle corde dal duplice attacco a circa 5 chilometri di Almeida e Thomas, gli altri due rivali che si contendo la maglia rosa da portare a Roma. Roglic, che pur aveva fatto lavorare la sua squadra (la Jumbo), non ce la fa a rispondere al fendente. Non crolla, grazie al lavoro del compagno Kuss, ma alla fine arriva terzo perdendo 25 secondi. Che nel gioco degli abbuoni diventano 29”. Non è una enormità, certo. Ci sta in una tappa come questa del Bondone.

È però un segnale d’allarme. Potrebbe essere solo una giornata di crisi, dovuta ai postumi di una caduta, come può essere invece il segnale di un malessere più profondo. Non c’è motivo di piangere, ma neppure di consolarsi troppo per lo scampato pericolo. Molto più allegri sono naturalmente Almeida e Geraint Thomas. Il portoghese, buon cronoman e buon scalatore, è da tempo che si mette in evidenza senza però riuscire a centrare il bersaglio Questa volta, accorgendosi per primo che Roglic è al gancio, va subito al sodo scattando nel tratto più ripido dell’ultima salita. Seguito da Thomas, lesto a non perdere l’occasione. I due prendono il volo andandosela poi a giocare in volata dove la spunta il portoghese.

Tutto molto democratico: ad Almeida la tappa, a Thomas la maglia rosa, a Roglic il terzo posto che suona come un’amara consolazione. Il nostro Damiano Caruso, salvando il salvabile, è settimo con un minuto e mezzo d ritardo.La classifica generale vede quindi davanti Thomas seguito da Almeida (+18 “) e Roglic (+31”). Caruso, molto provato, resta quarto con più oltre due due minuti. Difficile che riesca a guadagnarsi un posto sul podio finale. Che ormai sembra riservato ai tre big.Ma è un Giro ancora aperto. Il meglio deve ancora arrivare. Ognuno dei favoriti ha le sue chances da giocare in un finale così selettivo: Thomas può contare sull’esperienza e su una discreta condizione nonostante non sia più un ragazzino. Almeida sulla freschezza dei suoi 24 anni. È determinato e per nulla intimorito di competere con due importanti colonnelli della carovana.

Fonte: Il Sole 24 Ore