Il giusto prezzo di una bottiglia di vino? Dipende, ma mai sotto gli 8 euro

Il giusto prezzo di una bottiglia di vino? Dipende, ma mai sotto gli 8 euro

Le variabili che incidono sul prezzo di un vino sono tante, partendo dai costi produttivi tra vigneto e cantina, tenendo presente la successiva commercializzazione e le inevitabili attività di marketing. Riuscire a dare una risposta univoca alla domanda su quale debba essere per il consumatore il prezzo corretto di acquisto di un vino a scaffale di enoteca (o grande distribuzione specializzata) è una questione abbastanza delicata; per evitare di renderla insidiosa o sleale, occorre suddividere l’analisi per tipologie. Proviamo quindi a fare il punto della situazione.

Se parliamo di vino quotidiano – non necessariamente Doc o Docg – sia chiaro che sotto gli otto euro la qualità dello stesso andrebbe messa in discussione al netto di offerte, legittime simpatie o familiarità con gli esercenti.

Procediamo con le “bollicine”. Se volete comprare una bottiglia di Prosecco (e suggerisco di puntare sempre e solo sulle Docg, che siano Valdobbiadene/Conegliano o Asolo), lasciate stare quelli che trovate sotto i dieci euro. Un Prosecco Docg di buona qualità solitamente si aggira fra i dieci e i quindici euro in scaffale. Ripeto “scaffale” perché il contesto fa la differenza! Quindi occorre precisarlo una volta di più giacché le carte dei ristoranti hanno ricarichi differenti, invero molto più alti.

Passando al Metodo Classico – nelle denominazioni più comuni come Franciacorta, Trento Doc o Alta Langa – dovrete raddoppiare il vostro budget, partendo da 18-20 euro. Se invece volete togliervi lo sfizio approvato dalla sottoscritta di bere delle riserve – ma anche dei millesimati non “riserva” – andiamo dai trenta euro in su ma, con questa cifra, in Italia si beve già ad alti livelli, fidatevi!

Lo Champagne chiama un discorso a parte, giacché si sveglia ogni mattina con l’impegno di essere francese (e sì tanta baldanza se la fa pagare più degli altri), ma avrà ragione lui! Al di là della facezia diciamo che nel caso dello Champagne si contrappongono due mondi: quello dei récoltant a quello delle Maison, ma oramai, anche a seguito degli sconsiderati aumenti nel periodo post Covid, è decisamente complicato riuscire a trovare qualcosa di potabile sotto i trentacinque euro (e non sto esagerando).

Fonte: Il Sole 24 Ore