Il Grand Hotel Imperiale di Forte dei Marmi in mano agli Emirati

Il passo decisivo per rafforzarsi come meta internazionale del turismo di lusso è arrivato. Forte dei Marmi, regina della Versilia e delle quotazioni immobiliari (più di 10mila euro al mq), attira l’investimento di uno degli uomini più influenti degli Emirati Arabi.

L’operazione

Il Grand Hotel Imperiale – cinque stelle lusso a 200 metri dal mare – passa a Mohamed Ali Alabbar, fondatore e presidente di Emaar Properties, una delle più importanti società di real estate al mondo, che ha sviluppato progetti come il Burj Khalifa, l’edificio-simbolo di Dubai (il grattacielo più alto mai costruito), e il Dubai Mall, il più grande department store al mondo. L’imprenditore arabo ha fondato anche Eagle Hills and Nshama, società di investimenti di Abu Dhabi. L’operazione fortemarmina – secondo quanto appreso dal Sole 24 Ore – si è chiusa poche settimane fa. A vendere è il family office russo Luxury Hotel Development, che finora aveva affidato la gestione dell’hotel a una società spagnola (Panoram Hotel Management).

Il prezzo pagato da Mohamed Ali Alabbar per l’albergo (che conta 46 camere e suite, piscina e ristoranti) e per lo stabilimento balneare Remo Beach Club, che funziona da spiaggia privata per gli ospiti, si avvicina, secondo fonti vicine al dossier, a 40 milioni di euro.

Lo sbarco a Forte dei Marmi di un nome come Alabbar, che ha acquistato a titolo personale, rappresenta un salto di scala per la località toscana, e apre la porta a un turismo internazionale, non solo arabo, che finora non trovava l’ambiente adatto alle proprie esigenze. Alabbar ha già annunciato ai suoi consulenti di voler ristrutturare completamente il Grand Hotel Imperiale (nei prossimi mesi sarà fatto un maquillage “leggero”, in attesa dei lavori “pesanti”).

Il «Piano alberghi»

«I nuovi hotel in arrivo? Negli ultimi tempi si è sviluppato un grandissimo interesse per la città, che la qualifica sempre più in alto – dice Paolo Corchia, presidente di Federalberghi Forte dei Marmi – e che potrà fare solo bene al territorio. Anche se ora questo fenomeno dovrà essere gestito, adeguando i servizi: non possono bastare, tanto per fare un esempio, i pochi tassisti che ci sono oggi».
Intanto Corchia applaude al “Piano alberghi” messo a punto dal Comune dialogando con gli albergatori, che permette, ove possibile, l’aumento del 25% delle superfici esistenti, escludendo espansioni in altezza per non pregiudicare il paesaggio.

Fonte: Il Sole 24 Ore