Il Marini un museo di comunità che intercetta il futuro
E il reperimento delle risorse? Bastavano quelle del Comune e della Fondazione di Pistoia?
L’assenza di danaro è una costanza in un’istituzione di 4.500 mq, ma grazie all’autofinanziamento abbiamo assunto cinque persone. Abbiamo risolto l’aumento dei costi cercando di massimizzare le entrate proprie con attività quotidiane rivolte alla cittadinanza: abbiamo diversificato gli orari di apertura (sabato, domenica e lunedì con biglietto da 10 euro), mentre durante la settimana abbiamo aperto il Museo on demand con visite guidate prenotate (costo 150 euro per 10 persone). Ha funzionato tantissimo, grazie anche alla convenzione con un hotel a 5 stelle che ha inserito nel prezzo della camera la visita al museo. Poi abbiamo lavorato sull’affitto dello spazio alle aziende per viste guidate, cocktail o cene. Abbiamo scoperto che il Museo Marini piace alla moda giovane, tantissimi stilisti internazionali sono venuti per gli shooting, compreso Ferragamo. E poi abbiamo aperto agli eventi teatrali e musicali, così abbiamo raggiunto tutti i pubblici, tantissimi fiorentini in primis, che considerano il museo un luogo aperto, ma anche tanti turisti nordici, olandesi, francesi, tedeschi e tante scuole americane.
Avete guardato all’Europa per rinnovare l’offerta culturale?
Sì e siamo stati premiati. Tra le innovazioni più visionarie, Il Playable Museum Award, un grant di ben 10mila euro che premia le idee più audaci e immaginifiche, aperto a tutti, indistintamente: dai designer agli architetti, dagli artisti ai gamer, ai programmatori, ai filosofi, purché proiettati nel futuro. Giunto alla terza edizione, ha visto la partecipazione di più di 500 progetti. Il vincitore dell’edizione 2021/2022 si può ammirare oggi al Museo Marino: “ArtGate” è una finestra che si apre su altri luoghi e che per l’occasione trasporterà i visitatori a Venezia davanti alla scultura di Marini , “l’Angelo della città” sul Canal Grande alla Fondazione Guggenheim. E il rinnovamento strutturale, organizzativa e di posizionamento lo abbiamo raccontato nell’ultimo report del Museo Marino Marini, che si è aggiudicato il Silver Prize agli European Design Awards 2022, prestigioso riconoscimento dedicato al design in Europa.
Insomma il Marini non è solo un museo?
Da una parte è un hub di futuro e dall’altra luogo di comunità. In un contesto in cui i musei sono stati di fatto “occupati” dai turisti, questa istituzioni si è posizionata all’opposto come museo di cittadinanza, sempre sperimentando nuovi linguaggi e iniziative multidisciplinari. Forse oggi è uno dei musei italiani più nord-europeo: non incentrato solo sulle mostre, con un respiro internazionale grazie al confronto con i visiting director che hanno portato punti di vista diversi. Sentiamo di averlo trasformato in luogo di accoglienza, di cittadinanza attiva, nel quale i cittadini si riappropriano del loro patrimonio culturale e tornano.
Il Museo ha ospitato performance teatrali (è la residenza stabile dell’attore Sandro Lombardi, quattro volte vincitore del Premio UBU per il teatro) e musicali, danza e multimedialità, moda e libri, readings e talks, bambini nel KinderArt e anziani in percorsi di cura.
Quali progetti ha per il futuro?
Penso alla scena europea. Sono stata nominata nel Comitato Programma Horizon Europe dal ministro del Miur Maria Cristina Messa, in quanto expert per cluster cultura, creatività e inclusione sociale. Continuerò a occuparmi di futuro in campo culturale in senso lato, mescolare cultura e innovazione. Negli States e in Asia i musei non si occupano solo di conservazione e restauro, ma i temi forti sono climate change, problema demografico, gender equality, restituzioni. Vorrei indossare i panni di un futurist, studiare gli scenari futuri con la Fondazione Industria e Cultura di cui sono presidente, con un centro studi e di ricerca che utilizza modelli predittivi da offrire alle istituzione culturali per prepararle ad affrontare il futuro. La cultura è stato uno dei settori più fragili durante il covid, tra il 2019 e il 2021 si sono persi 55mila posti di lavoro, nonostante la crescita complessiva della spesa media mensile delle famiglie italiane, le risorse destinate alle attività ricreative, agli spettacoli e alla cultura ha fatto segnare un -22%, con picchi che sfiorano il -35% in alcune regioni d’Italia, secondo i dati Istat. La cultura soccombe.
La vivacità culturale di Firenze sembra smentita?
Stiamo reagendo con una bulimia culturale, basta guardare la coda di tre ore che c’è davanti al Museo delle Illusioni . Mi sembra una grande panna montata, per offrire qualità ci vogliono competenze, risorse e tempo, nonostante tutto, ho fiducia.
Fonte: Il Sole 24 Ore