Il Milan in extremis batte la Lazio. E il Napoli ribaltato dall’Empoli va in ritiro per punizione

Un cazzotto micidiale per i Pioli boys reduci dal già devastante derby di Coppa Italia con l’Inter. A Roma pioveva, ma pioveva molto più forte sul Milan che sapeva di giocarsi l’ultima carta per lo scudetto. Con una aggravante: che stava perdendo pezzi anche in difesa. Il gol di Immobile, infilatosi come una lama nella fragile “Maginot” rossonera, era un pessimo segnale. Di un’altra serata da incubo. Invece, piano piano, l’aria è cambiata e la Lazio, pur pericolosa in contropiede, ha cominciato ad arretrare.

Ma è nella ripresa che il Milan diventa sempre più cattivo. Un Diavolo con gli zoccoli e con le ali che mette alle corde i difensori biancocelesti. Il più feroce è Leao: ogni sua percussione fa male. Dopo cinque minuti si mangia Acerbi offrendo a Giroud la palla del pareggio. E da qui fino al 92′, cioè quando Tonali con la punta dello scarpino (su assist di testa di Ibra) riesce a battere Strakosha, comincia un altro film: quello dell’ assalto al fortino di Sarri. Un assedio senza fine. Mischie, respinte, parate, pali sfiorati. Pioli cambia le carte: Rebic per Diaz, Ibra per Giroud, Krunic per Messias. Si gioca da una parte sola, con l’Olimpico colorato dalle bandiere rossonere (i tifosi laziali in sciopero per il caro biglietti).

Tutto inutile? No, tanta volontà alla fine viene premiata: il merito è di Rebic che, dopo aver strappato la palla a Marusic, la butta in area dove, tra una carambola e l’altra, Tonali va a segno. Una vittoria meritata, strappata a spallate, che denota comunque la fortissima determinazione dei rossoneri.

«Sono stati leoni» dirà poi Pioli abbracciandosi con Paolo Maldini. Un segnale potente quello che da Roma arriva all’Inter. Il cui succo è questo: sappi, amica mia, che non molliamo. Se lo vuoi, questo scudetto, te lo dovrai sudare fino all’ultimo secondo. Molto polemico invece il tecnico della Lazio. «Una partita arbitrata a senso unico» dirà Sarri dopo il match. In realtà, gli unici episodi controversi (una trattenuta di mano fuori dall’area del portiere Strakosha e un braccio di Luis Alberto in area) sarebbero più a favore del Milan. Ma quando si vince, e le cose vanno bene, tutto va in cavalleria.

Insomma: il giallo dello scudetto è ancora aperto. Anche se i tifosi dell’Inter, dopo aver strapazzato la Roma dell’amico Mourinho, avevano sperato di chiuderlo in questo week end. A proposito dello Special One una cosa va detta: che l’inter sia in palla, alla sua quinta vittoria consecutiva, è chiaro, limpido e indiscutibile. Ma se poi le si stende davanti un bel tappeto e le si dice, prego si accomodi, come ha fatto Mourinho, allora è inutile andare avanti. Ai 75mila di San Siro non è sembrato vero. Anche questa volta è stata una festa. Come canta Venditti: ci vorrebbe un amico. San Siro ce l’ha: è il grande Mou.

Fonte: Il Sole 24 Ore