Il moto ondoso di Jamie Xx

Il Plastic People è stato un club a Shoreditch, Londra, che ha aperto negli anni novanta e chiuso i battenti definitivamente nel 2015. Un arco di tempo sufficiente per farne un luogo fondamentale della cultura musicale elettronica nella capitale inglese, grazie anche alle residenze artistiche di producer come Theo Parrish, Carl Craig, Floating Points e Four Tet. Quest’ultimo ha omaggiato il locale nel titolo di un suo brano e durante le serate in cui si esibiva, tra il pubblico era possibile notare un ragazzo che se ne stava lì tutto solo, senza una compagnia di amici, ad assorbire l’eclettismo di chi stava dietro il mixer. Ma James Thomas Smith aveva la musica nel suo Dna: un suo zio faceva il dj a New York, un altro – quello che gli ha insegnato a mixare – a Sheffield. Poi, alla Elliott School ha conosciuto quelli che sarebbero diventati i suoi compagni di band negli Xx e, tra una produzione per Drake e un remix per i Radiohead, nel 2015 Jamie Xx pubblica In Colour, il suo primo album solista, osannato dalla critica.

In Waves

Nove anni dopo – quattro dei quali spesi a comporlo – il producer londinese dà alle stampe il suo secondo disco. Nel corso dei suoi dodici brani, In Waves trasporta su nastro l’eccitazione della pista da ballo e le ondate emotive di una serata al club. Lo fa in una sala affollata, grazie alle collaborazioni con Robyn, Avalanches, Honey Dijon, Kelsey Lu, John Glacier e Panda Bear, Oona Doherty. Ovviamente, non potevano mancare i compagni di band negli Xx, Romy e Oliver Sim. Il titolo prende spunto probabilmente dal ritrovato amore per il surf, che ha scandito gli alti e bassi della vita di Smith, influenzata anche dalla pandemia. Nel frattempo, Jamie Xx non ha smesso di lavorare, continuando a suonare dal vivo e produrre altri progetti. Il suo approccio alle nuove composizioni è riassunto dalle sue stesse parole: “Volevo creare qualcosa che fosse allo stesso tempo divertente, gioioso e introspettivo. Di solito, per me sono questi i momenti migliori su una pista da ballo”.

Una pioggia di voci e suoni

Smith raggiunge ampiamente il suo obiettivo attraverso una pioggia di campionamenti vocali e suoni che rimbalzano su un’ampia gamma di atmosfere. Il piano si prende la scena nell’iniziale gemma house Wanna, per l’ambientazione Uk Garage di Treat Each Other Right Jamie Xx toglie dal cilindro un sample di una hit Northern soul come Oh My Love di Almeta Lattimore. Le atmosfere rimangono appiccicate alla successiva Waited All Night, mentre in Baddy On The Floor rispolvera un beat house su cui scorrono sample di Keni Burke e Divine Styler. L’edonistica e caleidoscopica Dafodil è stata una delle prime composizioni scritte per il disco, l’ipnotica Still Summer ti scaraventa in mezzo a un rave, mentre Smith ha ascoltato la voce di Robyn per Life alle sei di mattina, dopo aver suonato al Pacha di Ibiza, che ha certamente influito sul risultato finale. E, poi, c’è la disco di All You Children, i tribalismi di Falling Together, la suite elettronica Breather e le ripartenze di The Feeling I Get From You.

In Waves sorvola la notte londinese, attraversando quartieri e locali, e conferma che Jamie Xx è uno dei migliori producer in circolazione.

Fonte: Il Sole 24 Ore