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Il Museo Mucha a Praga: un nuovo capitolo per l’eredità dell’artista
Nel cuore della storica Praga, all’interno del restaurato Palazzo Savarin, il Museo Mucha si preannuncia come un nuovo punto di riferimento culturale dedicato ad Alphonse Mucha, uno dei più grandi artisti dell’Art Nouveau. Il museo, che aprirà ufficialmente il 24 febbraio 2025, celebra l’eredità di Mucha e la sua straordinaria carriera, che ha trasformato il panorama artistico dell’epoca con la sua visione unica e innovativa.
Nato in una piccola città della Moravia, Mucha divenne famoso a Parigi negli anni ’90 dell’Ottocento, quando i suoi poster litografici per Sarah Bernhardt, la più celebre attrice francese dell’epoca, irruppero nel mercato dell’arte portando linee sinuose, forme organiche e una tavolozza tenue, presto caratteristiche dello “Style Mucha” e sinonimo del nuovo stile decorativo emergente dell’epoca: l’Art Nouveau. Fu uno dei primi artisti ad ottenere consensi internazionali sia in Europa sia in America, e il suo genio grafico plasma ancora oggi il nostro linguaggio visivo: da Hollywood all’arte del tatuaggio, dai manga alla street art. Ricordato infatti per i popolarissimi poster creati nel periodo parigino, Mucha fu in realtà un artista insolitamente versatile: pittore, scultore, fotografo e designer in una vasta gamma di media, nonché insegnante e filosofo.
Mostra permanente
Il Museo apre con una mostra permanente “Alphonse Mucha: Art Nouveau & Utopia”, con una novantina di opere provenienti dalla Mucha Trust Collection. La selezione comprende dipinti, manifesti, disegni, fotografie e libri, oltre a installazioni immersive e proiezioni digitali che esplorano la dimensione artistica e spirituale di Mucha. L’esposizione approfondisce anche la sua visione ideologica attraverso la realizzazione del Slav Epic, (Epopea Slava) una serie di dipinti monumentali che raccontano la storia della slavità e dell’identità ceca.
Marcus Mucha, pronipote dell’artista e Direttore Esecutivo della Mucha Foundation, ha sottolineato come il museo non si limiti a esporre i lavori più celebri dell’artista, ma offra anche uno sguardo più intimo sulla sua carriera e il suo impegno culturale: “Vogliamo mostrare non solo i suoi capolavori più noti, ma anche i lavori che raccontano il suo viaggio artistico, dal suo paese d’origine alla Parigi fin-de-siècle, fino agli Stati Uniti e infine al ritorno nella sua terra natale”.
Fonte: Il Sole 24 Ore