Il nuovo presidente potrà avere ancora un Congresso diviso

Su 435 seggi ne hanno 220 contro i 212 dei democratici, con tre seggi vacanti. Solo in due occasioni si è verificato il caso di un governo unificato, cioè di un partito che ha vinto tutto: nel 2008 quando è diventato presidente Barack Obama e appunto nel 2016 con Trump, ma nelle elezioni immediatamente successive di midterm sia Obama che Trump hanno perso il controllo della Camera. Ciò premesso, cosa ci si può aspettare da queste elezioni?

Come nel caso della presidenza, i pronostici per entrambe le camere sono molto incerti. Più incerti alla Camera che al Senato. Il Cook Political Report, l’analisi più autorevole sulle possibilità di vittoria dei due partiti al Congresso, divide i 435 collegi in diverse categorie. I sicuri sono quelli in cui esiste una solida maggioranza a favore dell’uno o dell’altro partito. I probabili sono quelli in cui le chanche di vittoria sono buone. I possibili sono quelli in cui un partito ha qualche chance. E poi ci sono i collegi in bilico. Nel caso delle presidenziali ci sono gli Swing States, nel caso delle parlamentari ci sono gli Swing Districts. Nel computo totale i repubblicani sono in vantaggio: 220 a 215. Ma in realtà la differenza è minima e i collegi in bilico sono 22.

È difficile prevedere come andrà a finire. La cosa altamente probabile è che il vincitore – qualunque esso sia – avrà una maggioranza risicata.

Al Senato la situazione è più definita. A differenza della Camera, solo un terzo dei senatori viene rieletto. Per la precisione sono 34. Gli uscenti sono 23 democratici e 11 repubblicani. Ricordiamo che attualmente i democratici sono 51 e i repubblicani 49. Anche in questo caso è il Cook Political Report che ci aiuta a fare il punto. Alle categorie di collegi di cui abbiamo parlato in precedenza sono stati aggiunti anche i collegi sicuramente persi e quelli probabilmente persi. I repubblicani sono messi meglio dei democratici.

Prima di tutto perché i loro seggi in ballo sono meno della metà di quelli dei democratici. In secondo luogo perché sono già certi di recuperare un seggio in West Virginia e probabilmente quello del Montana.

Fonte: Il Sole 24 Ore