
Il Papa dal Gemelli governa “a bassa intensità”, ma decide lui su tutto (bollettino compreso). L’incognita Giubileo
Il circo mediatico attorno al ricovero del Papa – che nei giorni scorsi ha attraversato momenti davvero difficili e che nonostante i piccoli miglioramenti vede ancora un quadro clinico complesso – cerca di accreditare l’idea che attorno a lui si si sia creata una cerchia ristretta che influisce sulle decisioni, che lo tiene lontano dalle telecamere e dai fotografi, e che addirittura abbia avuto la responsabilità di averlo esposto al freddo della messa per le forze armate nel fine settimana che preceduto il ricovero d’urgenza al Gemelli. Non è così, e varie fonti lo confermano.
E ‘ lui stesso a decidere ogni cosa: non farsi vedere (per ora), e che sia il bollettino della sala stampa a comunicare lo stato della cura, e non un medico in camice davanti a telecamere e microfoni all’ingresso del Policlinico. E intanto dalla poltrona prosegue la sua attività di governo, certamente a bassa intensità: naturalmente non effettua udienze, sia di Curia che si ospiti esterni, a parte la premier Giorgia Meloni. Lui procede a portare avanti l’agenda, e lo si vede dalle nomine: ha “dimissionato” un vescovo canadese accusato di abusi e giovedì e ne ha nominato uno in Francia. Pratiche già pronte, ma che per andare in porto avevano bisogno della sua firma. E comunque la macchina curiale marcia, anche se l’assenza degli “input” che partono dall’appartamento di Santa Marta si fa sentire, visto che Bergoglio è considerato un vero accentratore.
Ravasi: dimissioni? «Io penso che possa farlo, perché è una persona che da questo punto di vista, è abbastanza decisa nelle sue scelte»
In Curia quindi – per ora, certo – nessuno crede davvero che possa decidere di rassegnare le dimissioni, previste dal diritto canonico. Esattamente il canone 332 comma 2dove si afferma: «Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che venga debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti». Il Papa può quindi dimettersi, se ha un motivo valido per farlo. Lui ha detto di aver di aver firmato la lettera in bianco già nel 2013 nel caso fosse colpito da impedimento sistemico (il ginocchio quindi non basta), affermando anche di non sapere che fine ha fatto questo documento (ma naturalmente chi deve saperlo ne è perfettamente a conoscenza, quindi in caso il cardinale Pietro Parolin, Segretario di Stato). Ma qualcuno crede in questo scenario? «Io penso che possa farlo, perché è una persona che da questo punto di vista, è abbastanza decisa nelle sue scelte», dice all’Ansa il cardinale Gianfranco Ravasi, 82 anni e quindi non più elettore. «Tutto è possibile», gli fa eco poco dopo il cardinale di Marsiglia, Jean-Marc Aveline, 67 anni, a margine di una conferenza stampa in Vaticano dove anche il cardinale di Barcellona, Juan Josè Omella Omella, aggiunge: «Non sono un profeta, non ho una risposta, ma le norme lo prevedono». Parole quindi che prendono atto di un quadro giuridico esistente da molto tempo e che solo Benedetto XVI nel 2013 aveva deciso di attuare, anche se la decisione Ratzinger l’aveva presa già nel 2012 al rientro dal viaggio in Messico.
L’incognita dei molti appuntamenti del Giubileo e del viaggio in Turchia per l’anniversario di Nicea
Quindi a parte l’evoluzione della malattia l’altra incognita è il Giubileo. Il programma è molto fitto, e lo diventerà ancora di più da Pasqua (20 aprile), cui si aggiungeranno altre cerimonie molto impegnative come le canonizzazioni di Acutis e Frassati. Al momento quindi pare improbabile il viaggio in Turchia per l’anniversario dei 1700 anni del Concilio di Nicea, un’occasione importante per il dialogo con la chiesa ortodossa, un dossier che gli sta veramente a cuore. Per ora un appuntamento per sabato 22 febbraio è stato annullato e per la messa per il Giubileo dei Diaconi di domenica ha delegato alla celebrazione mons. Rino Fisichella, responsabile per la Santa Sede del Giubileo.
Fonte: Il Sole 24 Ore