Il Papa: «Rispettare dignità vita, da concepimento a morte naturale»
«Impariamo a prenderci cura di ogni creatura nata da donna, anzitutto custodendo il dono prezioso della vita, come fa Maria: la vita nel grembo materno, quella dei bambini, quella di chi soffre, la vita dei poveri, la vita degli anziani, di chi è solo, di chi è morente». È l’esortazione di papa Francesco nella messa nella Basilica di San Pietro nella solennità di Maria Santissima Madre di Dio e nella ricorrenza della 58/a Giornata mondiale della pace.
«Oggi, Giornata Mondiale della Pace – ha indicato il Pontefice nell’omelia -, questo invito che sgorga dal cuore materno di Maria siamo chiamati a raccoglierlo tutti: custodire la vita, prendersi cura della vita ferita – tanta vita ferita, tanta! -, ridare dignità alla vita di ogni ’nato da donna’ è la base fondamentale per costruire una civiltà della pace». Per questo, «chiedo un impegno fermo a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale, perché ogni persona possa amare la propria vita e guardare con speranza al futuro» (Messaggio per la LVIII Giornata Mondiale della Pace, 1/o gennaio 2025). Francesco ha quindi affidato a Maria «questo nuovo anno giubilare, consegniamo a Lei le domande, le preoccupazioni, le sofferenze, le gioie e tutto ciò che portiamo nel cuore. Lei è mamma, lei è madre. Affidiamo a Lei il mondo intero, perché rinasca la speranza, perché finalmente germogli la pace per tutti i popoli della Terra».
«Cercare Gesù in ogni essere umano, specie i più fragili»
«C’è una tentazione – ha continuato Papa Francesco – , che affascina oggi tante persone ma che può sedurre anche tanti cristiani: immaginare o fabbricarci un Dio “astratto”, collegato a una vaga idea religiosa, a qualche buona emozione passeggera. Invece è concreto, è umano, è nato da donna, ha un volto e un nome, e ci chiama ad avere una relazione con Lui. Cristo Gesù, il nostro Salvatore, è nato da donna; ha carne e sangue; viene dal seno del Padre, ma si incarna nel grembo della Vergine Maria; viene dall’alto dei cieli ma abita le profondità della terra; è il Figlio di Dio, ma si è fatto Figlio dell’uomo», ha ricordato nell’omelia, ribadendo che «è nato da donna ed è uno di noi: proprio per questo Egli può salvarci. Nato da donna – si è soffermato il Pontefice -. Quest’espressione ci parla anche dell’umanità del Cristo, per dirci che Egli si svela nella fragilità della carne. Se è disceso nel grembo di una donna, nascendo come tutte le creature, ecco che Egli si mostra nella fragilità di un Bambino”. E per il Papa, “in tutta la vita di Gesù possiamo vedere questa scelta di Dio, la scelta della piccolezza e del nascondimento; Egli non cederà mai al fascino del potere divino per compiere grandi segni e imporsi sugli altri come gli aveva suggerito il diavolo, ma svelerà l’amore di Dio nella bellezza della sua umanità, abitando tra noi, condividendo la vita ordinaria fatta di fatiche e di sogni, mostrando compassione per le sofferenze del corpo e dello spirito, aprendo gli occhi dei ciechi e rinfrancando gli smarriti di cuore».
«Gesù ci mostra Dio attraverso la sua umanità fragile, che si prende cura dei fragili», ha osservato Francesco. Il Pontefice ha invitato a pensare che «Maria, la fanciulla di Nazaret, ci riconduce sempre al Mistero del Figlio suo, Gesù. Ella ci ricorda che Gesù viene nella carne e, perciò, il luogo privilegiato dove poterlo incontrare è anzitutto la nostra vita, la nostra fragile umanità, quella di chi ogni giorno ci passa accanto». «Affermiamo che Egli è il Signore del tempo ma abita questo nostro tempo, anche questo nuovo anno, con la sua presenza d’amore – ha proseguito -. Affermiamo che Egli è il Salvatore del mondo, ma possiamo incontrarlo e dobbiamo cercarlo nel volto di ogni essere umano». «E se Lui, che è il Figlio di Dio, si è fatto piccolo per essere preso in braccio da una mamma, per essere curato e allattato, allora vuol dire che ancora oggi Egli viene in tutti coloro che hanno bisogno della stessa cura: in ogni sorella e fratello che incontriamo e che ha bisogno di attenzione, di ascolto, di tenerezza», ha detto ancora il Papa.
Mattarella ringrazia Papa, tutti raccolgano invito a pace
«Santità, desidero rivolgerLe un riconoscente ringraziamento, a nome della Repubblica Italiana e mio personale, per il Suo messaggio “Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace”». Inizia così un messaggio inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella a a Papa Francesco. «Affinché, come Ella auspica, il 2025 possa essere un anno in cui “cresca la pace”, Vostra Santità suggerisce gesti urgenti e coraggiosi – aggiunge il capo dello Stato -. Spetta a ciascuno, individualmente e nel contesto sociale di riferimento, raccogliere questo invito a credere nel dialogo e nella pace, a fare di più per gestire con efficacia il fenomeno strutturale delle migrazioni, il degrado ambientale, i rischi e le opportunità connessi alle nuove tecnologie».
Fonte: Il Sole 24 Ore