Il Parlamento rischia un altro Natale con la manovra

Il Parlamento rischia un altro Natale con la manovra

I senatori l’hanno cerchiata da tempo: è la data del 23 dicembre, ovvero l’ultima chance per evitare un altro Natale con la manovra. Ma scongiurare un ritorno obbligato a Palazzo Madama il 27 e il 28 dicembre non sarà semplicissimo. E non solo perché cautelativamente il calendario del Senato prevede già questa possibilità. A rendere non del tutto remota l’ipotesi di un via libera finale tra il 25 dicembre e capodanno è la lentissima navigazione alla Camera del disegno di legge di bilancio: l’approdo in Aula, previsto il 13 dicembre (più di un mese dopo l’avvio dell’esame del testo in Commissione Bilancio), è già slittato al 16 dicembre. E non è affatto escluso un ulteriore prolungamento anche al 19-20.

Alla Camera si allungano i tempi del Ddl di bilancio

I tempi sembrano destinati a dilatarsi perché martedì 17 dicembre l’Assemblea di Montecitorio sarà impegnata tutta la giornata con le comunicazioni (e successivo dibattito) della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo. L’Aula della Camera a partire dal 16 dicembre potrebbe essere chiamata a pronunciarsi, in ritardo rispetto alla tabella di marcia originaria, anche sulla proposta di legge relativa alla riforma della Corte dei conti, presentata dall’ex capogruppo di Fdi e attuale neo ministro per gli Affari, Tommaso Foti. In altre parole, la manovra rischia di arrivare in Aula a Montecitorio per il primo “sì” quasi due mesi dopo la presentazione del testo in Parlamento da parte del governo, datata 23 ottobre. Il 29 ottobre, poi, la commissione Bilancio ha formalmente avviato l’esame del Ddl. E malgrado una sessione di bilancio di oltre due mesi, caso molto raro negli ultimi anni, le Camere non sono riuscite ad evitare di votare anche questa legge di bilancio all’insegna del “monocameralismo alternato”, ovvero limitando di fatto la possibilità di modificare il testo a un solo ramo del Parlamento. E rischiano anche quest’anno di non riuscire a chiudere del tutto il dossier-manovra prima di Natale.

La partita in Commissione Bilancio

Lunedì 9 dicembre si terrà un nuovo ufficio di presidenza della Commissione Bilancio della Camera per definire il calendario per l’avvio delle votazioni sulle proposte di modifica. Al momento l’ipotesi sul tavolo è cominciare il giorno successivo (il 10) la vera partita sui circa 280 emendamenti “super-segnalati” dalla maggioranza e su quelli che arriveranno dai relatori e dal governo. Ma anche in questo caso uno slittamento sembra già essere alle porte, visto che la Commissione rischia di avere a disposizione soltanto due ore di tempo essendo previsti i lavori dell’Aula sul decreto Ambiente, da convertire in legge rapidamente (scade il 16 dicembre). L’idea sarebbe quindi di partire con la “pulizia” del fascicolo per poi cominciare le votazioni mercoledì 11. Ma anche l’11 i deputati potrebbero essere obbligati ad andare in Aula per votare la fiducia sul decreto in materia di lavoro, università, ricerca e istruzione, che scade il 27 dicembre e che dovrebbe essere sottoposto all’Assemblea il 10, a ruota del Dl ambiente. I tempi per l’esame della manovra potrebbero pertanto ulteriormente allungarsi, anche alla luce delle tensioni nella maggioranza sui correttivi da apportare al testo: dalle risorse per il settore dell’automotive a un nuovo taglio Irpef, passando per il payback sanitario e il Tfr ai fondi pensione.

Sessioni di bilancio all’insegna del «monocameralismo»

Anche l’esame della terza manovra targata Meloni sarà dunque, come le prime due, nel segno del “monocameralismo”. Il tutto in assoluta continuità con quanto accaduto nella precedente legislatura (la diciottesima). Nel 2019 la legge di bilancio per il 2020 è stata licenziata da Palazzo Madama il 16 dicembre: 44 giorni dopo l’inizio dell’esame in prima lettura. Montecitorio l’ha poi approvata in via definitiva il 24 dicembre senza poterla correggere. Il Ddl di legge di bilancio per il 2021 è stato presentato alla Camera il 18 novembre del 2020. Il 23 dicembre il testo è approdato in Aula, dove è stato approvato con la “fiducia”. Dopo il disco verde su tutto il provvedimento, il testo è passato al Senato per ottenere il 30 dicembre, sul filo di lana, il “sì” definitivo in assenza di altri correttivi. L’ultima manovra della scorsa legislatura (quella per il 2022) è stata varata dal governo Draghi ed ha cominciato la sua navigazione in Parlamento al Senato l’11 novembre del 2021. Il Ddl è arrivato alla Camera soltanto il 27 dicembre per ottenere l’approvazione finale, anche in questo caso, il 30 dicembre (2021), sempre senza ulteriori ritocchi.

Fonte: Il Sole 24 Ore