Il progetto che arriva dal Veneto per un turismo nel segno dell’Agenda 2030
A nord di Venezia, tra la Laguna, il mare Adriatico e la pianura padana ha preso forma il Distretto Turistico della Venezia Orientale. Raggiunge i confini del Friuli Venezia Giulia e, solcato da 4 fiumi (Sile, Piave, Livenza, Tagliamento) è un insieme di paesaggi pianeggianti con, ad appena 50 km, le Alpi che fanno da sfondo. Un luogo da cartolina che da sempre richiama un numero importante di turisti. Tanto importante che questa piccola area del Paese ospita 4 tra le prime 10 città turistiche italiane (Venezia esclusa, sarebbe la quinta!) e si avvia a intraprendere una strada che, oltre alla destagionalizzazione, vuole creare un modello di sviluppo turistico contrassegnato dalle indicazioni dell’Agenda 2030 dell’ONU per lo sviluppo sostenibile.
Alcuni numeri: le spiagge di Cavallino Treporti, Bibione, Jesolo, Eraclea e Caorle registrano nel 2021 quasi 20 milioni di presenze turistiche. Prima della pandemia erano più di 22. È quasi un terzo dell’intero movimento turistico veneto che con oltre 71 milioni di presenze è il maggiore in Italia. L’occupazione dei 3 mesi estivi va, oramai da tempo, verso il sold out. “La spiaggia rimane una risorsa fondamentale delle località turistiche della Venezia Orientale – spiega Antonio Ferrarelli, presidente del Distretto Turistico Venezia Orientale – e per questo bisogna continuare a investirci considerando che, prima della pandemia, Cavallino, Jesolo, Eraclea, Caorle e Bibione avevano oltre 22 milioni di presenze turistiche. Il futuro del litorale adriatico, nonché la sostenibilità del suo modello di sviluppo turistico, si gioca però anche sui mesi di bassa stagione, durante i quali l’obiettivo è la valorizzazione dell’entroterra della Venezia Orientale. La sfida è quindi far crescere il turismo da ottobre ad aprile e per fare ciò sono fondamentali i progetti di area vasta che come Distretto Turistico stiamo proponendo.”
Progetti e iniziative che vedranno lo start dal 2022 in un piano organico che è in via di definizione.
Uno degli aspetti strutturali dell’area turistica della Venezia Orientale è dato dall’eccellente livello delle strutture balneari: dagli stabilimenti ai chioschi, dagli alberghi agli approdi e porti turistici, dai ristoranti ai campeggi.
La direttiva Bolkestein crea un allarme in un mondo di imprese di lunga tradizione e di alta professionalità: “I nostri imprenditori per raggiungere i livelli di successo che i numeri evidenziano, hanno investito negli anni scorsi sia economicamente che nella propria professionalità, – dice Roberta Nesto, sindaca di Cavallino Treporti e presidente della Conferenza dei sindaci della Costa Veneta – una professionalità tramandata da generazioni e diffusa verso gli oltre 300.000 lavoratori dirette delle imprese. Noi sindaci siamo preoccupati per la direttiva comunitaria al pari degli imprenditori: la bomba sociale che potrebbe crearsi se questo passaggio non venisse condiviso, sostenuto e preparato con il Governo sarebbe di grandi proporzioni”.
Fonte: Il Sole 24 Ore