Il progetto “Seminaria” vince il concorso lanciato dalla Fondazione San Zeno e dalla diocesi di Verona

È stato assegnato al progetto “Seminario Extra” presentato da Pool landscape, in raggruppamento con gli architetti Ludovico Centis, Ilaria Forti, Francesco Laserpe e da Federico Vascotto, il primo premio del concorso lanciato dalla diocesi di Verona in collaborazione con la Fondazione San Zeno, ente non profit nato nella città scaligera nel 1999 dalla volontà di Sandro Veronesi, presidente di Oniverse, per la riqualificazione dell’area dell’Ex-Seminario di San Massimo di Verona. Seconda classificata la proposta “Quartiere San Massimo”, presentata da Oasi architects Studio Associato in raggruppamento con Almo Collegio Borromeo, e terza quella “Seminaria”, presentata da Bunch Studio di Architettura.

Agli autori delle tre proposte, selezionate tra le 73 pervenute agli organizzatori da tutta Italia, viene attribuito un premio in denaro, per un totale di 50mila euro. La giuria ha inoltre stabilito di assegnare una menzione d’onore a tre lavori che si sono rivelati portatori di soluzioni interessanti e utili ad alimentare il confronto e la riflessione sull’area.

L’iniziativa, promossa dalla stessa diocesi, aveva e ha lo scopo di rendere la collettività parte attiva di un pensiero di valorizzazione del luogo, individuando prima di tutto delle idee in grado di cogliere le eredità e le memorie del passato, intercettando le sfide e le potenzialità di sviluppo futuro.

Il bando del concorso era stato lanciato lo scorso dicembre per chiudersi a marzo e non costituiva nessun vincolo alla realizzazione delle idee così come proposte. L’auspicio degli organizzatori è che questa fase apra una riflessione sempre più condivisa sull’Ex Seminario di San Massimo, da svolgere dentro e fuori la Chiesa di Verona, con la ricerca di soggetti che possano dare concretezza e forza alle idee emerse.

Nelle scelte della giuria alcune tematiche sono state considerate particolarmente rilevanti: la sostenibilità, la tutela ambientale e la cura del paesaggio (anche circostante); l’attenzione ad evitare ulteriore consumo di suolo; la circolarità e la reciprocità tra le differenti funzioni; l’accoglienza e la solidarietà come modelli relazionali; l’approccio incrementale come strategia progettuale e ipotesi realizzativa per parti e progressiva; l’attenzione alla partecipazione attiva della cittadinanza e alle forme di coinvolgimento di altre organizzazioni.

Fonte: Il Sole 24 Ore