Il ritorno della neutralità di rete negli Usa non è durato molto. E non è una buona notizia.

Il ritorno della neutralità di rete negli Usa non è durato molto. E non è una buona notizia.

La Corte d’Appello del Sesto Circuito degli Stati Uniti ieri ha respinto la proposta dell’amministrazione Biden di ripristinare le norme sulla “neutralità della rete”, rilevando che il governo federale non ha l’autorità di regolamentare i fornitori di servizi Internet come se fossero servizi pubblici. Questa decisione rappresenta una significativa battuta d’arresto per i sostenitori di un Internet aperta, cioè di chi non ha smesso di chiedere l’adozione di misure che obblighino i provider, come AT&T, a trattare in modo equo tutti i contenuti legali.

Le regole sulla neutralità della rete erano state inizialmente introdotte dalla Federal Communications Commission (FCC) durante l’amministrazione del presidente democratico Barack Obama, per poi essere abrogate sotto la presidenza repubblicana di Donald Trump. In aprile dell’anno scorso e autorità americane avevano ripristinano la neutralità della rete. La sentenza ieri arriva mentre Trump si prepara a un secondo mandato presidenziale, potrebbe segnare la conclusione delle prolungate dispute legali su questo tema.

Brendan Carr, membro repubblicano della FCC designato da Trump per guidare l’agenzia, ha accolto con favore la decisione, definendola una sconfitta per il tentativo dell’amministrazione Biden di esercitare un “controllo sull’Internet”.

In realtà la fine della neutralità di rete vuole dire il via libera al web a due velocità, consentendo agli operatori di offrire un servizio piu’ veloce alle aziende che pagano, o che pagano di più. Senza la neutralità della rete, gli ISP (internet service provider) potrebbero teoricamente implementare corsie preferenziali, offrire velocità di connessione più elevate a servizi o aziende che possono permettersi di pagare per tale privilegio, creando un Internet a due velocità, bloccare o rallentare contenuti e limitare l’accesso a determinati siti o servizi, influenzando le scelte degli utenti e potenzialmente censurando contenuti. Ora però la questione la questione passa ora al Congresso.

In Europa la a neutralità della rete è attualmente garantita grazie a una regolamentazione specifica introdotta dall’Unione Europea. La normativa stabilisce regole comuni per proteggere l’accesso aperto a Internet e garantire che i fornitori di servizi di accesso a Internet trattino tutto il traffico online in modo equo e non discriminatorio.

Fonte: Il Sole 24 Ore