
il ruolo degli USA e le implicazioni per l’Europa
Un’ex spia russa e stretto collaboratore del presidente Vladimir Putin sta lavorando a un progetto per riavviare il gasdotto russo Nord Stream 2 verso l’Europa con il sostegno di investitori americani: lo riporta il Financial Times (Ft), che cita diverse persone a conoscenza delle trattative.
Si tratta di una mossa un tempo impensabile, che mostra l’ampiezza del riavvicinamento del presidente statunitense Donald Trump con Mosca, commenta l’Ft. Secondo le fonti, il motore dell’iniziativa è Matthias Warnig, un ex ufficiale della Stasi nella Germania dell’Est, che fino al 2023 ha gestito la società madre di Nord Stream 2 per il gigante del gas controllato dal Cremlino Gazprom.
Warnig ha detto all’Ft di «non essere coinvolto in alcuna discussione con politici o rappresentanti aziendali americani», ma le fonti sostengono che il suo piano prevede di contattare il team di Trump tramite uomini d’affari statunitensi, nell’ambito degli sforzi in corso dietro le quinte per mediare la fine della guerra in Ucraina, rafforzando al contempo i legami economici tra Stati Uniti e Russia. Sebbene ci siano state diverse espressioni di interesse, un consorzio di investitori guidato dagli Stati Uniti ha elaborato le linee guida di un accordo post-sanzioni con Gazprom, secondo una persona con conoscenza diretta dei colloqui che ha rifiutato di rivelare l’identità dei potenziali investitori.
In teoria, commentano le fonti, il piano di Warnig darebbe agli Stati Uniti un’influenza senza precedenti sulle forniture energetiche all’Europa, dopo che i Paesi Ue hanno messo fine alla loro dipendenza dal gas russo in seguito all’invasione dell’Ucraina. Uno dei due gasdotti del Nord Stream 2 è stato fatto saltare in aria in operazioni di sabotaggio nel settembre 2022 che hanno distrutto entrambi i gasdotti del suo progetto gemello più vecchio, il Nord Stream 1. L’altro gasdotto Nord Stream 2, che ha una capacità annuale di 27,5 miliardi di metri cubi di gas naturale, non è danneggiato ma non è mai stato utilizzato.
Intanto, con una tempistica perlomeno suggestiva, Bloomberg riporta una pressione analoga per riattivare le forniture di gas russo da parte di una serie di aziende basate nella ex Germania Est. «Alcune industrie tedesche nell’est del paese stanno già pianificando il momento in cui il gas russo tornerà in Europa, incoraggiate dagli sforzi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina» scrive Bloomberg. E se per molti politici e aziende in Germania, l’idea di acquistare gas russo da gasdotto è ancora un anatema – a cominciare dal colosso Basf – per altri non è così. «Per Christof Günther, responsabile di uno dei più grandi siti industriali chimici in Germania – riporta il servizio di Bloomberg -, l’unico modo per rilanciare settori come il suo è quello di riottenere il gas russo a basso costo. Se si prevede che l’Europa contribuirà a finanziare la ripresa dell’Ucraina in futuro, la Germania deve essere economicamente forte per contribuire, ha affermato in un’intervista a Leuna».
Fonte: Il Sole 24 Ore