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il ruolo delle persone con disabilità e l’andamento in Italia
Un’analisi più approfondita dei dati evidenzia che le persone con disabilità fisiche o organiche sono maggiormente rappresentate tra i volontari rispetto ad altre tipologie di disabilità. In particolare, il 65,1% degli intervistati ha dichiarato di avere una disabilità fisica o organica, seguiti da coloro con disabilità psicosociale (18,5%) e visiva (15,4%). In coda alla classifica si trovano le persone con disabilità cognitive (10,7%) e uditive (7,7%).
Il profilo dei volontari con disabilità
Il volontariato tra le persone con disabilità presenta una minore incidenza femminile rispetto alla popolazione generale: il 49,7% dei volontari con disabilità sono donne, mentre il 45,2% sono uomini. Per quanto riguarda la fascia d’età, il gruppo più rappresentato è quello tra i 55 e i 64 anni (27,5%), a differenza della popolazione generale dei volontari, dove il segmento più attivo è quello tra i 45 e i 54 anni (20,4%).
In termini di settori di attività, il 50,7% dei volontari con disabilità opera nell’ambito del volontariato sociale, un dato in linea con la popolazione generale. Seguono il settore del tempo libero (29,6%), quello socio-sanitario (25,1%), l’istruzione (23,5%) e il volontariato comunitario (20,4%). Gli altri ambiti registrano percentuali inferiori al 10%: sport (9,9%), ambiente e protezione degli animali (8,6%), promozione culturale (7,2%) e, fanalino di coda, protezione civile e cooperazione internazionale (5,5%).
I dati Eurostat confermano questa tendenza: il volontariato formale tra i giovani di 16-44 anni si attesta al 10,6%, tra i 45-64enni al 9,8% e tra gli over 65 al 5,8%.
Le ragioni dietro i numeri
L’Observatorio del Voluntariado sottolinea che il tasso di volontariato tra le persone con disabilità è molto simile alla loro incidenza nella popolazione generale, suggerendo una buona penetrazione del fenomeno nel settore della disabilità. Tuttavia, emerge una distribuzione non omogenea: la prevalenza della disabilità fisica rispetto ad altre tipologie suggerisce la presenza di barriere più marcate per alcuni gruppi.
Fonte: Il Sole 24 Ore