il ruolo di Matteo de Nora e Team New Zealand”

Si può stimare che il giro d’affari che è connesso alla Coppa America che si disputa a Barcellona sia vicino al miliardo: 700 forse 750 milioni per i sei team, 150 milioni per la organizzazione diretta dell’evento, più un impatto ancora da valutare ma che è facile prevedere porterà in alto il ritorno per l’afflusso di tifosi. Le date dell’evento, per esempio, sono state studiate per allungare la stagione turistica. ACE, America’s Cup Event, ha scelto Barcellona in Europa al posto di Auckland, sede del Royal New Zealand Yacht Squadron formalmente Defender. Uomo chiave di questa decisione, assieme a Grant Dalton, è stato Matteo de Nora, team principal di Emirates Team New Zealand. 

Nome e cognome italiano con passaporto americano, è un imprenditore in diversi campi legati alla chimica e alla farmaceutica, ha una passione vera per la Nuova Zelanda, dove ha diverse residenze e ha costruito le sue barche a vela con cui ha navigato tutto il mondo più volte. «La vela è stato l’unico modo per vedere certi luoghi del mondo – dice – con una prospettiva impossibile con altri mezzi di trasporto o i mega yacht». Segue, o meglio dire, ha tenuto in vita nei momenti difficili, il team neozelandese fin dalla sconfitta del 2003, e da allora con Grant Dalton lo ha portato alla vittoria del 2017 a Bermuda. E’ convinto che la barca più veloce vincerà «ma il ruolo degli uomini non è cambiato, anzi. A queste velocità non bisogna sbagliare, non hai tempo per decidere».

Dottor de Nora, ci può parlare un poco di budget? Per un team, per la manifestazione, per la città.

Per i team, varia significativamente. Ad un estremo ci sono i francesi, poi il team neozelandese e all’altro estremo probabilmente c’è Alinghi Red Bull Racing. La mia ipotesi è di circa 50 milioni di euro per i francesi e più di 200 per Alinghi. Per la città, la cifra è stata ufficializzata: Barcellona ha pagato direttamente 70 milioni di euro per la Coppa. Inoltre vanno aggiunte infrastrutture, altre spese e un minimo garantito di sponsorizzazioni. L’evento è più complesso da quantificare perché non si tratta solo della Coppa. Ci sono gli e-sport, le donne, i giovani, il progetto dell’idrogeno, la sostenibilità, le Onlus come la vela per non vedenti, ecc. È un numero più globale. Per noi anche la Tv è un costo. Non utilizziamo la Tv come fonte di entrate; se lo vedessimo come un’entrata, il costo diminuirebbe, ma anche la visibilità dell’evento si ridurrebbe. Quando si considerano i costi, è necessario tenere presente la filosofia alla base di un evento gratuito in cui sono gratis la Tv, il villaggio regate ecc. Il pubblico non ha nessuna spesa. Questa filosofia cambia le dinamiche ed il costo dell’evento.

Organizzare l’evento pesa o distrae Team New Zealand? 

Fonte: Il Sole 24 Ore