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Il silenzio del cliente non scagiona il promotore
La circostanza che il risparmiatore non abbia voluto fornire le informazioni al promotore finanziario all’atto di aderire al Servizio proposto non esonera il promotore dall’assolvimento degli obblighi di informazione e di valutazione di adeguatezza dell’investimento e che questi non possono essere considerati adeguatamente assolti con la predisposizione di moduli compilati «in autonomia» dal solo promotore, con conseguente diritto al risarcimento del danno a vantaggio del risparmiatore stesso. Così conferma la corte di Cassazione con ordinanza 3644 del 12 febbraio 2025.
Il caso
La vicenda trae origine dalla citazione in giudizio di un intermediario finanziario da parte di due coniugi che lamentavano, in sede di sottoscrizione del modulo di adesione, la mera rassicurazione di «un investimento sicuro ed affidabile il cui guadagno sarebbe stato facile e garantito» in assenza di compilazione della scheda finanziaria, attraverso la quale il promotore avrebbe potuto conoscere il profilo dei suoi nuovi clienti. Promotore che, nel limitarsi a far sottoscrivere una dichiarazione sostitutiva di detta scheda, non aveva chiarito per quale Società di investimento operava né aveva consegnato il documento relativo al tipo di investimento effettuato, ai guadagni garantiti o a ciò che sarebbe stato auspicabile ottenere, nonché modalità di recesso.
Solo successivamente perveniva informativa da parte della società d’investimento a loro sconosciuta, con la quale apprendevano l’assegnazione di quote di fondi d’investimento per operazioni mai autorizzate. Ancora il promotore aveva autonomamente disinvestito somme per conferirle in una gestione patrimoniale, con il risultato di cagionare una perdita finanziaria agli attori.
La responsabilità della banca
Il Tribunale di Bologna aveva, quindi, condannato l’intermediario finanziario al risarcimento del danno: infatti l’articolo 32 n. 3 del Testo finanziario dispone che la banca, che presta la propria opera, sia responsabile solidalmente con il consulente finanziario dei danni in qualsiasi forma arrecati al cliente, per la sola circostanza del rapporto committente/proponente/datore di lavoro. Responsabilità anche con riguardo ad attività illecite poste in essere dal promotore finanziario non legato da un rapporto contrattuale con la banca, qualora la promozione si sia svolta con modalità tali da ingenerare incolpevole affidamento degli investitori su uno stabile inserimento del promotore nella struttura gestionale della banca.
Nel merito era poi emerso che l’obbligo (ex articolo 21 del Testo unico finanziario) di acquisire le informazioni necessarie dai clienti e l’operare in modo che essi siano sempre adeguatamente informati non era stato rispettato, in quanto la chiara espressione dei risparmiatori di non volere fornire notizie sulla propria esperienza finanziaria e propensione al rischio con relativi obiettivi non faceva venire meno i doveri di informazione e di valutazione dell’adeguatezza dell’investimento. In altri termini, il silenzio sul punto non poteva e non doveva essere interpretato con l’eventualità di sussistenza di esperienza.
Fonte: Il Sole 24 Ore