Il Sistema Museale Nazionale accredita più di 200 musei
Il Sistema museale nazionale (SMN) è il progetto più ambizioso degli ultimi anni promosso dal Ministero della Cultura e, al suo compimento potrebbe rivoluzionare l’intero settore dei Beni Culturali. Tuttavia, pur essendo molto importante, se ne parla poco, forse perché non fa tendenza, o forse per la lentezza dei risultati dovuta all’enorme lavoro che Stato, Regioni, Comuni e Associazioni stanno facendo per armonizzare migliaia di musei e luoghi della cultura, diversi tra loro. L’obiettivo è quello di strutturare una rete tra gli oltre 5mila musei sparsi per tutta la penisola per collegarli tutti: i musei piccoli e quelli grandi, i civici, gli ecclesiastici, gli statali, i pubblici, i privati, i regionali, i diocesani, i musei di impresa, gli universitari, i militari, e la lista potrebbe allungarsi. È un compito non facile che si è dato il Ministero della Cultura, se si considera che solo il 10% dei musei italiani è di proprietà statale.
Il progetto
Il SMN è un progetto che parte dal lontano, dall’anno 2001 con l’atto di indirizzo sui criteri tecnico–scientifici e sugli standard di funzionamento e sviluppo dei musei D.M. 10/05/2001, dove alla base c’era la volontà di superare l’idea del museo come, mero, luogo espositivo e di considerarlo come agorà di partecipazione, confronto e crescita. Nel 2004, il Codice dei beni culturali e del paesaggio, Dlgs n. 42/2004, all’art. 114, fissa i livelli minimi di qualità delle attività di valorizzazione su beni pubblici. Dal 2004 si transita al 2007 con la Carta nazionale delle professioni museali , per arrivare al 2014 con la riforma dei musei voluta dal ministro Dario Franceschini, vera pietra miliare del SMN. Difatti, il Decreto Ministeriale del 2014 all’epoca provocò non poche polemiche e introdusse diversi cambiamenti, quali musei dotati di autonomia speciale e, quindi, provvisti di uno statuto, un C.d.A., un bilancio, ecc.; la nuova definizione di museo conforme a quella data da ICOM, e soprattutto, istituì il SMN, avviando così un percorso ancora in itinere.
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La normativa
Prima di arrivare al 2018, anno in cui il processo di formazione del SMN ha una sua accelerazione, dal 2015 al 2017 la Commissione presieduta da Lorenzo Casini svolge un lungo lavoro preparatorio sui livelli di qualità e gli standard minimi di funzionamento dei musei. Nel 2018 vengono pubblicati tre decreti, il primo, il D.M. 113/2018, definisce le finalità del SMN, ne fonda il funzionamento sui livelli minimi uniformi di qualità e individua gli organi che devono realizzare il Sistema. Il secondo Decreto del 20 giugno 2018 definisce l’iter istruttorio di accreditamento dei musei statali e non statali, gli organi preposti a valutare e ad accreditare i musei e ad attribuire i punteggi di valutazione. Il terzo decreto, accessorio agli altri due, il D.M 9 agosto 2018, istituisce la Commissione per il sistema museale nazionale, l’organismo presieduto dal Direttore generale dei Musei e composto da rappresentanti del MiC, di ICOM, delle Regioni, delle Province e dei Comuni. La Commissione è il vero ago della bilancia istituzionale perché è chiamata a valutare gli accreditamenti dei musei non statali e, dunque, ad armonizzare i livelli minimi uniformi di qualità delle Regioni, le quali in base al Titolo V della Costituzione hanno la potestà legislativa concorrente in materia di valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali.
I risultati
Quali sono i primi risultati dell’accreditamento? Allo stato attuale, i musei statali e non statali accreditati sono 169, di cui 32 istituti autonomi e 137 musei non statali (lombardia, Toscana e Sardegna). I musei collegati sono 84 non statali. Le Regioni che hanno aderito si dividono in due categorie. La prima comprende gli enti in possesso di un proprio sistema di accreditamento o riconoscimento, quali Calabria, Campania, Emilia Romagna, Lazio, Lombardia, Piemonte, Toscana, Sardegna e Province autonome di Trento e Bolzano. La seconda accoglie gli enti privi di un proprio sistema di accreditamento o riconoscimento e sono: Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche, Sicilia, Umbria, Veneto, Abruzzo e Liguria. Mancano all’appello Molise, Basilicata e Valle d’Aosta.
Come avviene l’istruttoria di accreditamento e quindi la verifica dei livelli minimi uniformi di qualità? L’iter complesso lo spiega Michela Cascasi, funzionario della Direzione generale Musei del MiC, responsabile dell’Unità Organizzativa dedicata al SMN. I musei statali trasmettono la domanda allegando un questionario di autovalutazione della situazione del museo secondo i livelli minimi uniformi di qualità. La Direzione esegue l’istruttoria che si conclude con l’esito definito dal Direttore generale (ndr. attualmente Massimo Osanna). Per i musei non statali, le domande sono trasmesse alle Regioni tramite le proprie piattaforme come la Lombardia, oppure, se ne sono sprovviste, attraverso la piattaforma informatica del SMN. Le domande delle regioni in possesso di un proprio sistema di accreditamento o riconoscimento sono valutate da un ufficio regionale, normalmente connesso all’assessorato alla cultura, mentre le regioni che ne sono prive, la domanda viene trasmessa a un Organismo regionale di accreditamento. Nel primo caso la Commissione per il sistema museale nazionale prende visione dell’atto di accreditamento regionale, avendo già valutato l’adesione delle regioni in possesso degli standard. Nel secondo caso, la Commissione valuta la domanda del museo e decreta l’accreditamento o il collegamento al SMN. Una fatica non da poco, se si considera che rientrano nel Sistema, anche, gli enti dotati di autonomia speciale.
Fonte: Il Sole 24 Ore