Il sorriso e l’energia di Jasmine dalle origini multietniche

I ricci ribelli sempre legati in campo, il sorriso che ha conquistato tutti, la grinta del carattere che è tutta dentro il suo tennis. Jasmine Paolini è esplosa in questo 2024 con risultati che lasciano interdetti. Solo quattro anni fa era al 95° posto in classifica, l’anno scorso era al 30°, da lunedì 15 luglio sarà la n. 5 del mondo. L’ultima giocatrice a conquistare – come lei ora – le due finali Slam a Parigi e Londra a distanza di un mese era stata Serena Williams nel 2016. La sua “normalità”, la sua spontaneità, il suo essere così poco vip e al tempo stesso così tenace in campo fanno impazzire il pubblico.

Le origini

Nata a Castelnuovo di Garfagnana (Lucca) il 4 gennaio 1996, è cresciuta a Bagni di Lucca in una famiglia multietnica: il papà Ugo è toscano, lavorava nel bar di famiglia dove ha conosciuto la mamma, Jacqueline Gardiner che è polacca (infatti Jasmine parla anche il polacco) come la nonna materna, mentre il nonno materno è ghanese. Jasmine, che ha un fratello minore William (gioca anche lui) prende la racchetta in mano a cinque anni, spinta soprattutto dallo zio Adriano, e comincia al Tc Mirafiume di Bagni di Lucca, preferendo alla fine il tennis al nuoto. Impara con i maestri Marco Picchi e Ivano Pieri, poi si sposta al centro di Vicopelago, quindi, a 15 anni, il salto di qualità a Tirrenia, vicino Pisa: è lì che incontra Tatiana Garbin e Renzo Furlan, ex numero 19 del mondo, che era responsabile del centro tecnico federale, divenuto suo coach part time nel 2015 e poi a tempo pieno dopo la pandemia.

La vita da professionista

Il suo idolo è sempre stato Roger Federer, il suo sogno vincere uno Slam. E così, dopo quattro anni a Tirrenia, Jasmine diventa “grande” e comincia il suo percorso da professionista. La prima vittoria importante nel circuito Itf arriva a Marsiglia nel 2017, vince con Tatiana Maria nel torneo da 100mila dollari e sale al 132º posto in classifica. Il 2017 è anche l’anno della convocazione in Fed Cup, in cui il rapporto con Garbin si consolida ulteriormente. L’anno dopo arrivano le prime prove nel circuito maggiore, senza grandi risultati, mentre nel 2019 conquista la prima semifinale in un 125 a Karlsruhe (nel frattempo i titoli Itf portati a casa sono sette, in totale) e “assaggia” il Roland Garros superando le qualificazioni e accedendo al primo turno (in cui viene sconfitta da Daria Kasatkina).

Nel 2021 l’importante passo avanti con il primo titolo in un 125 a Bol e soprattutto con la vittoria nel Wta 250 a Portorose (in finale contro l’americana Alison Riske). Dopo la battuta d’arresto in un grigio 2022, l’anno successivo segna un balzo notevole: i Wta 1000 non sono più proibitivi, la toscana arriva ai quarti a Cincinnati, e agli ottavi a Pechino. Non solo: a Zhengzhou, Paolini raggiunge la sua prima semifinale in un Wta 500. Il ’23 è anche l’anno della magnifica prova nella Billie Jean King Cup, in cui Jasmine è determinante sia per la conquista della semifinale contro Francia e Germania e ancor di più per quella della finale: è suo il punto decisivo contro la slovena Tamara Zidanšek.

Un anno magico

Cos’è che ha fatto letteralmente “esplodere” Jasmine nel 2024? Che le ha permesso di vincere un Wta 1000 (a Dubai contro Anna Kalinskaya) e poi di conquistare due finali Slam quando, fino all’anno prima, non era mai andata oltre il primo turno a Londra e oltre il secondo a Parigi? In conferenza stampa a Wimbledon dopo la vittoria in semifinale sulla croata Donna Vekic, Jasmine ha detto di aver lavorato tanto con Furlan sulla velocità negli spostamenti e di essere riuscita a imprimere forza ai suoi colpi da fondo (a partire dal preferito, il dritto).

Fonte: Il Sole 24 Ore