Il Tribunale di Roma oscura le recensioni fake: «È concorrenza sleale»
Oscurare 221 recensioni negative apparentemente false e comunque «funzionalmente volte a screditare» la società concorrente. Il Tribunale di Roma (27285 /2024, Misure cautelari, Corbo) ha accolto il ricorso d’urgenza di una società di ristrutturazione dei debiti – Reparadora Italia – riconoscendo il fumus di «concorrenza sleale» via web perpetrata da un’azienda veneta (Difesa Debitori) e dal suo amministratore unico, con l’agevolazione della piattaforma danese di recensioni Trustpilot.
La vicenda
L’ordinanza emessa a fine ottobre – con reclamo attualmente pendente davanti al collegio – ha validato la versione di Reparadora, secondo cui “GoBravo” (nome del suo profilo su Trustpilot) era stata bersagliato da commenti fake del tenore di «società che svolge un’attività poco trasparente, illecita, instabile sul piano economico» oltre a vari meme dal contenuto offensivo. Una consulenza di parte rileva che «solo nove dei soggetti individuati sono stati effettivamente clienti di GoBravo» i cui nominativi risultano al database e «solo 17 recensori sono riconducibili a persone fisiche esistenti ed attive sul web». Nell’analisi svolta dall’unità di psicologia investigativa della consulente di parte è emersa la probabile esistenza di un gruppo ristretto (anche dal punto di vista lessicale) di «guastatori digitali».
Quanto all’intermediario digitale (Trustpilot), scrive il giudice, «è evidenziato dalla ricorrente che dopo aver ricevuto numerose segnalazioni da parte della Reparadora, non ha adottato alcun concreto provvedimento a tutela della società denunciante (…) rifiutandosi, peraltro, anche in violazione dell’articolo 1375 del codice civile nell’esecuzione del contratto con la Reparadora, di condividere con questa la documentazione acquisita dai recensori di GoBravo asseritamente verificati». Nel trimestre marzo-maggio, la ricorrente ha aperto oltre 300 ticket (segnalazioni) con Trustpilot. Da qui l’ordine di oscuramento che « però deve essere limitato alle recensoni, agli articoli e ai riferimenti in concreto diffamatori e non all’intero sito» scrive il magistrato cautelare.
Il Ddl Pmi
La questione delle recensioni fake è affrontata dal Ddl Pmi andato in prima lettura al Cdm del 23 dicembre scorso che prevede la possibilità di recensire solo i servizi effettivamente acquistati e non oltre 15 giorni, dimostrando identità e utilizzo. Diritto di ottenere la cancellazione se il commento è ingannevole, non veritiero o eccessivo, e se la review non è più attuale, trascorsi due anni, oppure per aver adottato misure idonee a superare il giudizio.
Fonte: Il Sole 24 Ore