Il Villaggio Olimpico a Milano fra orti e campus

Il Villaggio Olimpico a Milano fra orti e campus

Nuova firma internazionale per lo Scalo Romana. Agli americani di Skidmore, Owings & Merrill – SOM (arrivati secondi nella gara per il masterplan dell’ex scalo milanese) l’incarico per progettare l’architettura del villaggio olimpico, che diventerà studentato dopo i giochi del 2026. Nato da un concorso di architettura, a cui hanno partecipato 27 raggruppamenti con professionisti di nove Paesi, e svolto in parallelo a quello per il masterplan (per far fronte ai tempi stretti), il progetto è il primo tassello di questo pezzo di città, a Sud del capoluogo lombardo, che sarà rigenerato dal Fondo immobiliare “Porta Romana”.

Permeabilità, impatto zero, architettura modello per i criteri Esg: questo l’identikit del progetto che prenderà forma nell’ambito di un laboratorio progettuale che conta sulla preziosa collaborazione tra pubblico e privato, per rispondere alle esigenze di utilizzo durante e dopo la competizione.

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Il focus sul villaggio olimpico è stato presentato come primo innesto del masterplan che, come spiegato dai promotori, “ha recepito le principali osservazioni emerse dal dibattito con i cittadini, le istituzioni e i proponenti”, in 15 giorni di partecipazione virtuale e digitale.

Qualche affinamento ma nessun stravolgimento rispetto all’impostazione del progetto (presentato il 31 marzo) firmato dal team Outcomist, Diller Scofidio + Renfro, PLP Architecture, Carlo Ratti Associati, Arup. I miglioramenti riguardano in particolare gli elementi distintivi dello spazio pubblico, come il parco centrale che garantisce la continuità urbana e le connessioni pedonali e ciclabili con la città esistente; la cosiddetta eco-zone (corridoi verdi che potranno ospitare attrezzature anche di interesse pubblico, sportive, aree bambini, orti urbani); l’inserimento di alcune piazze pubbliche e della foresta sospesa, su cui è in corso la valutazione di fattibilità tecnica ed economica.

Il Villaggio Olimpico firmato SOM è stato scelto “per il dialogo e l’apertura nei confronti del resto del masterplan e delle porzioni limitrofe della città. Sarà realizzato con edifici più bassi e diffusi armoniosamente, integrato con servizi per creare un quartiere cittadino aperto a una frequentazione intergenerazionale, anche attraverso la composizione di spazi pedonali e piazze, ben connesse anche con i nuovi spazi in via di sviluppo e le aree adiacenti allo scalo”.

Fonte: Il Sole 24 Ore