Il voto in Sri Lanka, il candidato marxista è in testa, ma l’esito resta incerto

Dal nostro inviato

COLOMBO – Il candidato marxista Anura Kumara Dissanayake, o AKD, è largamente in vantaggio nelle elezioni presidenziali che si sono svolte sabato in Sri Lanka. Con lo spoglio che procede più a rilento delle previsioni – e con circa metà delle schede scrutinate – il leader di sinistra è in testa con il 41,3% delle preferenze, contro il 32,3% di Sajith Premadasa e il 16,6% del presidente uscente Ranil Wickremasinghe.

Il sistema elettorale delle presidenziali è una specie di “turno-unico-con-ballottaggio-incorporato”: vince chi raccoglie il 50% dei voti più uno, ma ogni elettore può esprimere fino a tre preferenze. Se nessun candidato raggiunge la maggioranza assoluta, vince chi, tra i primi due classificati, raccoglie più voti, tenendo conto anche delle seconde ed eventualmente terze preferenze espresse dagli elettori che non li hanno votati come prima scelta.

Pur avendo viaggiato per alcune ore sopra la soglia del 50% delle preferenze, AKD non sembra in grado di poter raggiungere la maggioranza assoluta. Ma il distacco tra lui e il secondo candidato sembrerebbe tale da non poter essere facilmente colmato con il conteggio delle seconde e terze preferenze. Il condizionale è d’obbligo, perché come spiega Nishan de Mel, executive director del think tank Verité Research, essendo una figura più divisiva e con una connotazione politica diversa dagli altri candidati, tutti moderati, «AKD potrebbe raccogliere meno seconde e terze preferenze rispetto ai suoi rivali».

Siccome le seconde e terze preferenze che verranno computate sono quelle dei candidati che non vanno al ballottaggio e siccome il grosso delle schede di questo tipo sono andate in prima battuta a Ranil Wickremasinghe, il più a destra dei candidati di peso, è probabile che una parte non marginale dei voti per lui si riversi non su AKD, ma sul suo rivale centrista Sajit Premadasa.

Fonte: Il Sole 24 Ore