Illimity Bank valuta tre opzioni per sfuggire all’Opas lanciata da Ifis

Illimity Bank valuta tre opzioni per sfuggire all’Opas lanciata da Ifis

Illimity Bank sta valutando tutte le opzioni alternative all’Opas lanciata da Banca Ifis. In attesa del pronunciamento ufficiale del board sull’offerta di Ifis, che per ora valuta Illimity circa 0,3 volte il patrimonio, la banca guidata dal fondatore e ceo Corrado Passera ha dichiarato ufficialmente di «non trascurare alcuna opzione strategica che possa contribuire all’obiettivo di creare valore per tutti gli azionisti e per tutti gli stakeholders della banca». Pur essendo soggetti alla passivity rule, gli amministratori della “preda” hanno l’obbligo di cercare soluzioni più vantaggiose per gli azionisti. Ed è quello che Illimity sta facendo con il supporto degli advisor finanziari (Jefferies e Wepartners) e legali (GPBL, CRCCD e lo studio del professor Andrea Zoppini).

Le opzioni alternative oggetto d’esame

Le opzioni alternative oggetto d’esame, stando alle indiscrezioni di fonti di mercato, sono sostanzialmente tre. La prima forma di difesa è quella di convincere il mercato che Illimity vale più del prezzo offerto da Ifis, sfuggendo così all’Opas. La seconda riguarda la possibile alleanza industriale con una banca italiana o estera. La terza consiste nell’individuazione di uno o più fondi di private equity che lancino una contro-Opa a un prezzo superiore, puntando a far emergere il valore di Illimity nei prossimi anni.

La pulizia di bilancio

Lo snodo centrale dell’Opas lanciata da Banca Ifis, che secondo gli analisti ha un evidente senso industriale e finanziario per i promotori dell’offerta, è di aver colto Illimity nel momento di massima debolezza borsistica dovuto alla riorganizzazione delle attività della neo-bank fondata da Passera tra il 2018 e il 2019. Da allora ogni anno Illimity ha incrementato l’utile netto, passando dai 31 milioni del 2020 ai 104 milioni del 2023. Il 2024 è stato però l’anno della svolta, con la decisione di dare l’addio al business dell’acquisto e della gestione degli Npl – diventato rischioso per la dinamica dei tassi di interesse e per motivi regolamentari (tra cui il calendar provisioning) – per focalizzarsi sul più redditizio core business del finanziamento alle Pmi. Una scelta che ha portato a fare pulizia di bilancio degli Npl, con utile netto azzerato, ma mantenendo per l’intero 2024 un risultato operativo comunque in crescita. Secondo gli analisti di Intesa Sanpaolo la redditività di Illimity è destinata a risalire già nel 2025, «con un Rote atteso al 6-7%» grazie al nuovo piano «che si focalizzerà sui segmenti del Corporate & Investment banking a più alti margini reddituali e con una riduzione dei costi». Si vedrà se Illimity avrà tempo e modo di far emergere il valore insito nel gruppo. Valore che dipende anche, oltre che dal core business futuro, dalla valorizzazione delle 8 società controllate o partecipate nei vari business dell’innovazione finanziaria collegati alla tecnologia, che già negli ultimi anni hanno generato significative plusvalenze come è emerso dalle transazioni effettuate con Engineering e Apax Partners.

Il valore delle partecipazioni

Non esistono stime terze del valore delle varie partecipazioni di Illimity. Per ora l’unica certezza è che l’Opas di Ifis valorizza l’intera Illimity circa 300 milioni di euro. L’altro dato è che, sempre secondo il report di Intesa Sanpaolo, Illimity ha iscritto in bilancio la partecipazione del 50% in Hype (banca online detenuta in joint venture con Banca Sella) a 81 milioni di euro. Nel corso del 2024 Hype è diventata «una delle piattaforme leader nel retail banking con oltre 1,8 milioni di correntisti» e, dopo essere arrivata a break even, ha chiuso il suo primo bilancio in utile. Quanto può valere Hype oggi in più rispetto al prezzo iscritto in bilancio? E quanto valgono le varie altre partecipate come, per citarne solo alcune, B-Ilty, ArecNeprix, Altermaind, Pehi o Quimmo? A deciderlo sarà il mercato. Se la somma delle parti di Illimity vale più del prezzo offerto da Ifis, qualche banca o fondo di private equity potrebbe farsi avanti. Gli advisor della “giovane preda” sono al lavoro. Si vedrà con quale esito.

Fonte: Il Sole 24 Ore